Nessuno vuole crederci, perché è davvero difficile accettare la morte di Chris Cornell. Stella luminosa, icona rock dei nostri tempi che ha segnato più di una generazione con la sua voce da brividi, profonda, sensuale, intensa, che graffiava e scuoteva l’anima.
Lui, che con i Soundgarden in quel di Seattle è stato cuore pulsante del movimento grunge, militando anche nei meno famosi Temple of the Dog.
Lui, che poi si è rifatto una seconda vita con gli Audioslave (insieme agli ex componenti dei Rage Against The Machine), regalandoci altri piccoli-grandi gioielli di rock puro e viscerale.
Lui, che nel suo percorso solista si è imbattuto persino nel mitico 007 realizzando il tema portante del film “Casino Royale” (2006) ovvero la travolgente “You Know My Name”.
Lui, che era un sex symbol ma sembrava non accorgersene tanto da avere una vita sentimentale piuttosto tranquilla: si è sposato “solo due volte”, con Susan Silver prima e con Vicky Karayiannis poi, che gli hanno dato rispettivamente una e due figli (Lilian Jean, Toni e Christopher Nicholas).
Lui, che se n’è andato così, all’improvviso, a soli 52 anni. La cosa che più sconvolge e che già ieri era circolata la notizia della sua morte, rivelatasi poi una bufala essendosi poi esibito a Detroit con i ritrovati Soundgarden.
Quindi, quando stamane la news è stata nuovamente battuta, nessuno ci voleva credere e invece stavolta era vera.
Le cause del decesso? Con il passare delle ore si parla in maniera sempre più insistente di suicidio, ma atteniamoci alle ipotesi evitando di giungere a delle conclusioni in maniera troppo facile e superficiale. Chris non se lo merita.
Chris Cornell: una morte che spezza il cuore e l’anima
Ha sconvolto il mondo della musica (e non solo) la notizia della morte improvvisa del cantante Chris Cornell, icona rock e voce da brividi.
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