Sembra quasi uno strano scherzo del destino: il giorno dell’annuncio del Premio Nobel per la Letteratura a Bob Dylan, ci lascia Dario Fo, l’ultimo italiano a fregiarsi di questo prestigioso riconoscimento.
Un americano e un italiano, dunque, artisti diversi nel modo di porsi e nella rappresentazione dell’arte ma entrambi accomunati dalla sensibilità della denuncia. Bob Dylan è stato l’ispiratore di tanti altri artisti, esempio fuori e sulle scene. L’ultima volta che l’ho visto è stato pochissimi anni fa al Palalottomatica di Roma, insieme al suo “amico” Mark Knopfler (leader dei Dire Straits), per i suoi 70 anni.
L’esibizione di Roma non può essere ricordata tra le sue apparizioni più felici. Il talento puro di Mark Knopfker che offre ancora dei concerti che sfiorano la perfezione, quella sera un po’ l’offuscò ma il suo passato è zeppo di pagine importanti della musica internazionale.
Onore a Bob Dylan, dunque, idolo di giovani e attempati e addio a Dario Fo, grande attore di teatro e uomo che si è sempre contraddistinto per il suo impegno sociale insieme alla sua amata Franca Rame, attrice e donna di grandissima sensibilità.
Con Dario Fo il teatro italiano, oramai a pezzi per mancanza di produzioni importanti, di artisti di talento ma soprattutto di fondi, perde un grande attore che, come pochi, sapeva catturare l’attenzione. Sipario.