Nel comunicato stampa si ritrovano anche aggettivi come “funambolico, variopinto, a tratti esagerato”.
E sicuramente risulta inutile cercare di imprigionare le quattordici tracce, così varie stilisticamente, in una definizione secca e semplicistica.
Come già evocato dal titolo infatti, si pone l’accento sul mutamento insito in tutte le cose.
L’ascoltatore verrà avvolto in una metamorfosi di suoni, con brani che spaziano da effettistica minimal ad improvvisazioni pure.
Sembra quasi di trovarsi di fronte ad un romanzo caratterizzato da stilemi introspettivi e profondi: si alternano esecuzioni in piano solo, a dialoghi a tre con il batterista Ruben Bellavia e il contrabbassista Luca Curcio.
Non mancano echi fusion, atmosfere nord europee, e un attento sguardo alla tradizione classica. Inoltre “Quantum Discord” è un album molto curato negli arrangiamenti.
Meritano una segnalazione speciale, l’originale rilettura di Round About Midnight di Thelonious Monk, il brano d’apertura 32Days in cui il piano è grande protagonista e Nightmoth variation.
di Piero Vittoria