Può l’astinenza da alcool uccidere? Paradossalmente per certi versi sì, se si considera cosa è accaduto ad Amy Winehouse.
Sono infatti state stabilite le cause della sua morte, ritenuta “accidentale” dall’autopsia: a causare la sua tragica fine è stato l’abus di alcol, a seguito di una fase di totale astinenza.
Confermato invece il fatto che la Winehouse non avesse assunto stupefacenti prima di morire.
D’altronde, il ritrovamento del suo corpo inerme con attorno almeno 3 bottiglie vuote di vodka ha sin da subito fatto pensare a questa ipotesi, oggi confermata dai rilevamenti del coroner.
Nel sangue di Amy Winehouse è stato riscontrato un tasso alcolemico cinque volte più alto dei limiti consentiti dalla legge britannica.
Certo, una quantità decisamente notevole ma che non arriva ad uccidere automaticamente chi fa abuso di alcol.
L’ipotesi formulata dai medici è che l’organismo della Winehouse non sia riuscito a reggere questo forte shock alcolico, arrivato a seguito di un periodo in cui – invece – la cantante non avrebbe bevuto affatto.
In effetti, il padre di Amy – Mitch Winehouse – sin dai giorni seguenti il decesso ha affermato con convinzione che la figlia aveva mollato la bottiglia da un mese circa e che probabilmente una forte crisi di astinenza l’ha ridotta in fin di vita e poi stroncata.
A causare la morte di Amy Winehouse, dunque, è stata un’intossicazione etilica e non l’abuso di droga.
Amy Winehouse, causa della morte: abuso di alcol post astinenza
La causa della morte di Amy Winehouse è stata un’intossicazione da alcol, presente in dosi decisamente massicce nel suo organismo. Lo stabilisce l’autopsia che ipotizza il fatto che ad essere letale sia stato l’abuso dopo un periodo di totale astinenza.