Ciao e benvenuta tra le pagine di Fullsong!
Ciao Alba grazie mille
Iniziamo subito a chiederti, chi è “Miss Apleton”?
Miss Apleton sono io, è un mio soprannome.
Vuoi parlarci delle composizioni di “Miss Apleton”, sono tutte tue? Cosa ti ha ispirata?
Si i brani sono tutti originali scritti composti e arrangiati da me, a parte “Miss Apleton” che nasce da un’idea di mia sorella.
Sostanzialmente scrivo quando ho un impulso, sia quando mi viene in mente una melodia o un’armonia, sia quando mi trovo nella situazione di voler scrivere un testo, dipende dai momenti. A ispirarmi è sostanzialmente tutto quello che mi accade, le persone che conosco, i viaggi che faccio, i film, l’arte in generale e ovviamente anche la musica che ascolto.
Come sei riuscita a sposare le musiche ai testi?
Per tutti i brani di questo album è capitato di aver scritto prima la musica e di averci associato un testo solo dopo. Così facendo però devi stare dentro una metrica precisa perché la melodia è già decisa. In alcuni dei nuovi brani che sto scrivendo invece sono partita dal testo, è un approccio diverso che ti apre nuove strade melodiche.
Il jazz, è considerato uno dei linguaggi musicali più originali del Novecento e che ha dato vita a molti altri tipi di musica, pensi che nell’era in cui ci troviamo questo tipo di musica (in Italia) possa trovare finalmente lo spazio che merita?
A dir la verità, il jazz in Italia ha preso piede con poca distanza rispetto agli USA, già dai primi anni del novecento, ma ancor di più dopo la fine della seconda guerra mondiale. È stato un genere molto apprezzato e popolare in Italia soprattutto negli anni dagli anni ’40 agli ’80 circa; faceva assolutamente parte della nostra cultura popolare, pensa alla notorietà di interpreti come Natalino Otto, Jula De Palma, Caterina Valente (e anche Mina) o alla fama mondiale di alcuni musicisti/jazzisti italiani come Lelio Luttazzi, Franco Cerri o Tullio De Piscopo. Anche dopo ha avuto il suo seguito, si è evoluto e moltissimi musicisti italiani sono conosciuti e molto apprezzati nel mondo anche ora.
Il jazz ha vissuto alti e bassi ma c’è sempre stato e sempre ci sarà anche se l’attenzione nei suoi confronti varia. Oggi come oggi gli spazi a disposizione di tutta la musica stanno diminuendo purtroppo, è un periodo un po’ buio per l’arte e la cultura in generale.
I tuoi brani scorrono delicati ma allo stesso tempo frenetici, come un bel romanzo che si gusta tutto d’un fiato, merito di tanta creatività o di tanti anni di studio?
Ti ringrazio moltissimo, mi fai felice con questa descrizione..
Credo sia merito più della creatività. Ho studiato musica, canto e tutt’ora pianoforte ma devo dire che non mi sono mai applicata con molta costanza alla tecnica dello strumento, che fosse il piano o la voce. Ho avuto dei momenti di studio intensi seguiti da altri di nulla totale. Conoscere la teoria, l’armonia e aver sentito tanti dischi però è necessario per poter essere in grado di esprimere la propria creatività fedelmente. È come lo studio della lingua, più sai le regole, più leggi più saprai scegliere e affinare il tuo stile di scrittura.
Potremo ascoltare “Miss Apleton” nei prossimi mesi dal vivo?
Spero proprio di si. Ho appena fatto un piccolo live acustico di presentazione ospite nel programma Barone Rosso di Red Ronnie, che ringrazio ancora. Il video sarà online a breve.
Per quanto riguarda veri e propri live ne ho in programma qualcuno per il prossimo autunno ma spero di trovare altre cose prima.
Tre aggettivi per descrivere Franca Barone?
Sono come questo disco: onesto (e forse ingenuo), divertente, intenso.
Grazie!
Grazie a te Alba, a presto.