Piero Vittoria: “Ho definito nella mia recensione il vostro disco “un caleidoscopio di colori in musica” : vi ci rivedete?“
Thomas: “E’ una definizione assolutamente corretta, che richiama la metafora del “diario di viaggio” utilizzata nel titolo. In una i generi e gli stili sono i colori del caleidoscopio, nell’altra sono i luoghi visitati da Mr. Thomas nel suo viaggio”.
P.V.: “Funky, rock, pop, dance, psichedelia e tanto altro: non avete paura di spiazzare il pubblico con questa vostra varietà stilistica e soprattutto qual è il reale volto musicale dei Thomas?”
T.: “Il reale volto musicale dei Thomas e’ esattamente quello. Crediamo fermamente che una band al suo disco d’esordio abbia il dovere di spiazzare l’ascoltatore, di proporre qualcosa di diverso. Non ci rispecchiamo in chi gioca facile riproponendo variazioni su tema di dischi gia’ registrati, gia’ sentiti, passati. Poi c’e’ il piacere sincero che proviamo nel produrre questa musica che e’ un po’ di tutto, ma di quel tutto che ci piace”.
P.V.: ”Freakin’ Monsters” è un singolo molto affascinante: perché lo avete scelto per lanciare l’album e com’è nato?“
T.: “Abbiamo scelto Freakin’ come singolo per diversi motivi, primo fra tutti il fatto che ci convicesse moltissimo come canzone e che fosse una delle ultime ad essere stata scritta per il disco. Inoltre, pur essendo piu’ “ricercata” in alcune scelte musicali rispetto al classico singolo radiofonico, crediamo abbia anche un aspetto abbastanza easy listening; e’ anche indubbiamente uno specchio del modo di approcciare la musica dei Thomas, scelto da noi per la sua originalita’. E’ uno dei brani del disco ad essere nato in sala prove dalle teste di tutti i membri del gruppo, in maniera corale e spontanea in una solo sera”.
P.V.: “Personalmente mi ha molto colpito la traccia finale “Santhe”: ce ne parlate?“
T.: “Santhe e’ un brano scritto 8-9 anni fa. Nasce come ballad rock, poi viene posta nel dimenticatoio per anni. Al momento della registrazione del disco, per una serie di fortunati eventi, ci siamo trovati tra le mani l’arpeggio che l’ha trasformata nella versione presente sul disco, e in due giorni il pezzo era pronto”.
P.V.: “Cosa si deve aspettare chi viene a vedere i Thomas in concerto?“
T.: Un concerto che e’ si’ rock, ma anche molto molto ballabile, che cresce verso la dance nel finale della serata. E sei musicisti che ve lo propongono con passione.
Intervista a cura di Piero Vittoria.