Intervista ad Adriana Spuria, interprete di musica di classe

Dove aver proposto la recensione di Il mio modo di dirti le cose, ecco un’intervista ad Adriana Spuria, raffinata artista incontrata per Fullsong.it da Piero Vittoria.

Un disco coraggioso, ma di grande classe ed eleganza: “Il mio modo di dirti le cose” di Adriana Spuria lascia senza fiato per la sua disarmante bellezza. Qui non si guarda al mercato, ma si

Un disco coraggioso, ma di grande classe ed eleganza: “Il mio modo di dirti le cose” di Adriana Spuria lascia senza fiato per la sua disarmante bellezza. Qui non si guarda al mercato, ma si è scelta la strada della qualità: un album difficile? Non proprio, ma raffinato quello sì e quindi non per tutti!
La calda e suadente voce di Adriana riecheggia qua e là di Mina e ben si districa fra atmosfere pop, jazz swing contaminate dall’indie rock: intrigante questo incontro fra generi così diversi far loro.
Fra le canzoni spiccano “Sabato sera” e la conclusiva “3 sul rouge”, che ben riflette lo spirito dell’intero lavoro… un vero “colpo al cuore” per citare il rifacimento del brano di Mina, una delle tracce qui presenti. Ecco la nostra intervista con Adriana Spuria, a cura di Piero Vittoria.

Piero Vittoria: Innanzitutto complimenti: “Il mio modo di dirti le cose” è un lavoro di gran classe come da tempo non si sentiva! Questo titolo lascia la curiosità di capire a chi ti stai rivolgendo o lo sveli realmente nella title track?
Adriana Spuria: Innanzitutto ti ringrazio moltissimo per aver definito il mio lavoro come “un lavoro di gran classe come da tempo non si sentiva”… ne sono orgogliosa!
E’ vero che potrebbe sembrare difficile individuare un mercato di persone che possano comprare o apprezzare un lavoro che esalta l’eleganza del suono e delle melodie in questo mondo musicale variegato di nazionalpopolarita’ ovunque o di etnia dialettale sparsa …ma in realta’ quello che conosciamo noi e’ soltanto cio’ che passa dai media appunto di larga utenza cioe’ le reti nazionali televisive…mentre c’e’ davvero tantissima gente nel nostro paese che ha voglia di ascoltare musica dalle sonorita’ eleganti e ricercate (a prescindere che sia la mia o un altra)soltanto che bisogna creare sempre di piu canali promozionali di larga utenza anche per noi indipendenti…il vero problema e’ che esistono strade ampiamente sbarrate per noi indie dal punto di vista promozionale…e dobbiamo affidarci qua e la’ a one shot oppure pensare strategie di marketing che ritagliano una piccola fetta di quello stesso pubblico nazional popolare.. che comunque ho avuto modo di sperimentare sa apprezzare anche la buona musica. L’ esperimento con il videoclip di NON CREDO dove ho usato un personaggio della tv nazionalpopolare (grande fratello) sarah nile come interprete del video insieme a me ha aperto un canale in quella direzione e ho potuto constatare personalmente che la maggior parte delle persone hanno apprezzato e acquistato l’album…nella title track e’ chiaro il concetto del mio modo di raccontarmi e raccontare attraverso la musica…ed e’ pure chiaro che questo album nasce con un idea della musica come un alchimia naturale che pero’ si incontra con altre alchimie…la parola ,l’immagine il racconto…il cinema…

P.V.: La tua voce in alcuni tratti riecheggia di Mina …. lusingata di questo?
A.S.: Sono piu’ che lusingata da questo…adoro mina e ho anche realizzato la cover di “un colpo al cuore”mitico brano cantato da mina nel 68 a la bussola album live dell’epoca…ma in realta’ credo di avere un terzo della sua potenza vocale e capacita’ di tenere la nota dall’ottava piu’ bassa a quella piu’ alta in un sol respiro…e non era solo studio e allenamento il suo….e’ davvero la natura che si e’ fatta canto!!

P.V.: Questo è un lavoro discografico certamente non per tutti, che non fa mistero di omaggiare determinate atmosfere un po’retrò alla Sade, Carole King , ma contaminate da un po’di elettronica tipica della musica inglese colta alla Morcheeba o Everything but the girl, ma anche dal rock indie: come definiresti tu in realtà il questo cd?
A.S.: Questo e’ un album dove la contaminizione dei vari stili e’ forte…eppure come per magia sembra non dare alcun fastidio la cosa…cioe’ sono riuscita a dare un identita’ forte nonostante questa scelta di dare ai brani vestiti diversi …grazie anche alle persone che con me hanno lavorato…lo definirei un album pop con influenze di vario genere

P.V.: Mi sono molto piaciute “Sabato sera” e la conclusiva “3 sul rouge”: ce ne parli?
A.S.: Sabato sera e’ un brano che nasce da un melodia retro’ che riconduce agli anni 40/50 anche italiani ..mi vengono in mente brani come Non so nemmeno dir ti voglio bene cantata da natalino otto sai queste atmosfere del jazz all’italiana anche del quartetto cetra Donna ecc e delle musiche usate nei film da ganstar di quegli anni…e poi di quel jazz mondiale…pero’ nel ritornello apre con una melodia che cita tenco e riporta agli anni 70…un brano che nasce originariamente swing in 6/8 con il passaggio del ritornello in 4/4 ma che poi e’ stato portato tutto in 4/4 proprio per voler dare un vestito originale..con sonorita’ vintage usate in chiave moderna…secondo me un esperimento riuscito benissimo…e sono percio’ contenta che ti abbia colpito ..narra due giorni di percorso emotivo e quotidiano in cui flusso di coscienza confonde presente passato e futuro nei pensieri…con molta drammaticita’ ma anche ironia e spensieratezza
Tre sul rouge e’ una piccola scenggiatura dentro una canzone…e’ una canzone folle che nasce da un tango rumba tutto suonato con chitarre elettriche piano fisarmonica e tastiere..potrei dfinirlo un tango elettrico..ma la forza di questa canzone e’ la storia e la melodia…la storia di questa donna che con una follia amara e sensuale ritrae in due minuti e 50 il suo amore sfortunato verso un baro rubacuori spietato che usa l’amore come il gioco d’azzardo…

P.V.: Non ti senti in un certo senso una “mosca bianca” in un mondo musicale fin troppo plastificato come quello di oggi?
A.S.: In effetti questa sensazione di essere fuori dal coro e’ molto forte…ma non proviene soltanto da quel coro stereotipato di cui parlavamo su..ma anche dal mondo indie..in un certo senso non solo per il genere …ma anche per il mio percorso..la mia non e’ stata un autoproduzione fatta qua e la con quei pochi mezzi…ho deciso ad un certo punto di investire di mio non soltanto il pensiero l’arte e l’impegno…ma anche un budget cospicuo che mi ha portato a realizzare un album fatto con una qualita’ non indifferente e non sto parlando solo delle canzoni che possono piacere o meno a seconda dei gusti..ma della professionalita’, del lavoro certosino ,…mi sono dedicata a questo con un grande rispetto per le persone che avrebbero ascoltato l’album un giorno e comprato…ed anche per il video ho deciso di fare la stessa cosa…percio’ in questo senso ho avuto tantissimo coraggio che molti dicono di avere ma poi di fatto se devono investire soldi magari preferiscono aprire un’attivita’ commerciale…forse giustamente…forse con piu’ razionalita’…vista la crisi a cui andiamo incontro…ma poiche’ avevo questo progetto in cantiere e nessuno voleva investire alla fine ho fatto io questa pazzia…e ho cercato di farla in maniiera professionale senza risparmiare nulla e ho dato un nome a questo percorso la mia autoproduzione LA FABBRIKA …questo alla fine porta dei risultati …anche se non dovessero essere quelli sperati anche se dovessi scoprire che e’ stato un investimento sbagliato per i tempi il risultato di aver fatto tutto quello che potevo fino in fondo e’ pur sempre una vittoria.

P.V.: Come porterai dal vivo le atmosfere magiche, suadenti ed eleganti di questo disco?
A.S.: Ecco portare nel live queste atmosfere significa prendere le sequenze dell’album e metterle nel live…ma questa e’ una scelta precisa..noi siamo una formazione in 4 chitarra basso batteria e voce…e molti suoni dell’album sono quelli che caratterizzano diciamo l’atmosfera…percio’ stiamo valutando di portare alcuni brani senxza sequenze ponendo l’accento proprio sulla vocalita’, i suoni vintage della chitarrae e i giri del basso..ed altri con le take in sequenza rispettando la traccia come da album.

Intervista a cura di Piero Vittoria.

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Informazioni su Anna Bruno 365 Articoli
Giornalista professionista, già cronista de “La Gazzetta del Mezzogiorno”, è specializzata in viaggi, food, musica e tecnologie. Cofondatrice dell’agenzia di comunicazione e Digital PR FullPress Agency, è direttrice responsabile di FullTravel.it, magazine di viaggi e di “VerdeGusto”, oltre ad altri due magazine. E’ autrice di “Digital Travel” e “Digital Food” , rispettivamente quarto e quinto libro, per Flaccovio Editore. Digital Travel & Food Specialist, è consulente e docente in corsi di formazione ed è delegata del SUD e Isole dell’Italian Travel Press(ITP).