Piero Vittoria incontra Salvatore Arena per FullSongit; l’intervista arriva in un momento particolare: per l’uscita di New Friday Morning, primo disco per Arena, un siciliano che lavora in Trentino e suona il fagotto jazz.
P.V.: 1) Cominciamo dall’inizio, quali sono stai i suoi primi passi musicali?
S.A.: “Mi sono avvicinato al mondo musicale studiando il clarinetto e poi i sassofoni. Prima in una banda catanese, poi gradualmente, prendendo confidenza e padronanza con il fraseggio e l’ improvvisazione, mi avvicinai al jazz. Ho suonato in alcune realtà siciliane tra le quali la Big Band city brasa orchestra, grazie all’invito di un caro amico pianista è ottimo arrangiatore e compositore Giuseppe Emmanuele”.
2) Come si è innamorato del fagotto e in particolar modo del fagotto jazz?
“Avevo poi voglia di intraprendere un vero e proprio percorso accademico, dunque mi iscrissi al Liceo Musicale Vincenzo Bellini di Catania, ma non essendoci posti per clarinetto e non essendoci una cattedra di sassofono, scelsi il fagotto. I primi tre anni li feci a Catania, poi maturai la decisione di andare oltre lo stretto, entrando al Conservatorio Santa Cecilia di Roma. Per un bel periodo proseguii con un percorso classico, allontandomi dai jazz club, per dedicarmi solo ad audizioni, opere, concerti sinfonici e musica da camera.
A Roma oltre al diploma di fagotto studiai musica da camera e composizione e frequentai le lezioni di Bruno Tommaso. Il ritorno/passaggio al fagotto jazz è stato lento e graduale…”
3) Cosa vuole comunicare con il titolo del suo album, New Friday Morning?
“Il mio progetto è dedicato alla scelta e al travaglio coraggioso che essa ci impone. La scelta è una opportunità per andare oltre, spingerci a cercare nuove vie. La scelta ha il sapore del rinnovamento. Ti può capitare in qualsiasi momento, di lunedì pomeriggio, di mercoledì sera… A me è capitato il venerdì mattina… Da qui il titolo…”
4) E come è arrivato a pubblicare il suo disco per RAI Trade?
“Ho registrato questo mio primo lavoro a Roma con dei bravi musicisti. Ho proposto il master a diverse case discografiche, la più attenta e disponibile è stata proprio la Rai Trade con la collaborazione di video radio che mi ha offerto la pubblicazione del lavoro.”
5) Cosa apprezza di più dei suoi colleghi con il quale ha registrato l’album?
“I musicisti che mi hanno accompagnato hanno avuto una grande disponibilità e curiosità, qualità che rendono un musicista più interessante.
Bravura e raffinato mood hanno spianato il terreno per una stimolante atmosfera. Vorrei ricordare i loro nomi: al pianoforte Paolo Pavan, al contrabbasso Carmine Iuvone e alla batteria Alessandro Marzi.”
6) Infine, una curiosità geografica: lei è siciliano, come mai si è trasferito proprio in Trentino?
“Ho sempre apprezzato il viaggio, lo spostamento in sé, perchè rappresentano la crescita per l’individuo. Credo che non ci sia crescita senza confronto.
Dopo qualche tournée in giro per l’Europa è un bel periodo americano, presi la cartina geografica dell’Italia e puntai con l’indice una città del Nord. Ecco il trentino…
In alcune occasioni, il caso può rendere una scelta ancora più particolare e affascinante.”
A cura di Piero Vittoria