A pochi giorni dall’uscita del nuovo singolo di Ron dal titolo Nonostante tutto, FullSong propone un’intervista rilasciata dall’artista ad Angela Scelzo.
“Al centro della musica” con Ron. Musica come poesia. Come l’arte di raccontare la storia di quei tanti “ladri di carezze”. Ed è un ensamble di archi che dà vita ad un viaggio in un’arte musicale raffinata, ricca di impareggiabile classe, degna solo di un artista senza eguali. Ed ancora “musica e ricerca”. Da lì nasce un disco di duetti con i big della musica italiana, compagni di Ron in un viaggio contro la Sclerosi Laterale Amiotrofica. In quattro anni di silenzio il celebre cantautore non si è allontanato dalla musica. Anzi, insieme a Renato Zero, Claudio Baglioni, Lucio Dalla e Samuele Bersani ha aiutato la ricerca per la Sla. Ora però Ron torna alla grande. E’ in tour per l’Italia a presentare il suo nuovo album che equivale ad un autoritratto di un grande artista che ha voglia di raccontarsi. Di parlare di sé e delle sue paure. Con questo spirito Ron si racconta.
Al centro della musica con Ron. È così ogni suo concerto?
La musica è al centro della mia esistenza. Ma quando salgo sul palco ho l’esigenza di raccontarmi. Ho voglia di avere un contatto col pubblico che va sull’umano e non va solo su ciò che può rappresentare la musica o far parte del bagaglio di un cantante.
Lei ha regalato alla storia della musica italiana dei veri capolavori musicali. A cosa si ispira per scrivere le sue canzoni?
Scrivo di istinto. “Vorrei incontrarti fra cent’anni” è nata dopo aver visto un film di Mel Gibson. Anche il cinema dunque come parte della vita da cui trarre ispirazioni.
Ed allora Ron e le sue canzoni. Cos’è che lega un artista ai suoi pezzi?
È lo spirito, il diamante d’oro che ti fa penetrare in una canzone. La musica per me è come l’aria o l’acqua. È la cosa più naturale della mia vita. È il fulcro dell’esistenza.
Musica e vino. Due passioni di Ron?
È vero. Sono appassionato di vino da sempre. Scorazzando con la mia moto sulle colline in cerca di posti per scrivere ho conosciuto un vignaiolo che ha fatto un vino per me che ho chiamato “fra cent’anni”. Rispecchia i miei gusti. È un vino corposo, legnoso e profumato.
“Quando sarò capace di amare” è il suo album. A cosa è ispirato?
Gaber ha scritto questa meravigliosa canzone. Da lì è nato un disco d’amore. Per un’esigenza mia personale che racconti esperienze vissute senza tralasciare la mancanza d’amore. Siamo ladri di carezze, facciamo fatica a ricevere un sorriso, quelle tenerezze che fanno bene all’animo.
Come va il settore discografico italiano?
Va malissimo. È un disastro totale. Chi fa dischi è in difficoltà. Con internet si scaricano le canzoni gratis. Le radio non ci aiutano, perché trasmettono pezzi stranieri. Ed allora si fa sempre più fatica. Ci vorrebbe una legge sulla scia di quella francese. Cioè trasmettere il 70 per cento della musica francese e solo il 30 per cento di quella straniera. Solo così la musica italiana ritornerebbe forte come un tempo.
Grazie a Ron.
Intervista a cura di Angela Scelzo
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