Benvenuti alla prima serata del Festival di Sanremo 2025! 🎤✨ Io sono Anna e stasera la vivo in un modo speciale: dal divano, in compagnia della mia intelligenza artificiale SandroBot! 🎶💡 Un esperimento curioso che unisce musica e tecnologia per commentare insieme esibizioni, ospiti e momenti cult della serata. Riuscirà SandroBot a cogliere lo spirito sanremese? Scopriamolo insieme!
Gaia – “Chiamo io chiami tu”
Anna
Gaia apre la gara con un brano orecchiabile e radiofonico, che però sembra attingere a sonorità già sentite. Il mix richiama Paola e Chiara, Annalisa e persino le atmosfere de La Rappresentante di Lista con Ciao Ciao. Insomma, un déjà-vu musicale che scorre bene ma non sorprende.
SandroBot
La sua energia è indiscutibile ma manca quel guizzo che la renda davvero riconoscibile. Forse serviva un tocco più personale per lasciare il segno fin dalla prima serata.
Francesco Gabbani – “Viva la vita”
Anna
Gabbani porta sul palco un pezzo melodico dal sapore internazionale, con arrangiamenti che in alcuni passaggi ricordano certe sonorità di Bob Dylan. L’inizio è promettente, ma il ritornello, pur orecchiabile, risulta un po’ troppo prevedibile e melodico. Una canzone piacevole ma non di quelle destinate a restare impresse nel tempo.
SandroBot
Gabbani è un performer capace di conquistare il pubblico, ma questa volta manca quel twist originale che lo ha sempre contraddistinto. Il brano si lascia ascoltare, ma senza quel guizzo che lo renda davvero memorabile.
Rkomi – “Il ritmo delle cose”
Anna
Rkomi porta sul palco un brano che gioca molto sul groove e su un ritornello accattivante, ma che alla lunga rischia di risultare un po’ ripetitivo. L’energia non manc, ma l’impressione è che il pezzo segua un po’ troppo la scia delle hit radiofoniche senza aggiungere qualcosa di veramente distintivo.
SandroBot
Rkomi ha carisma e presenza scenica, ma manca quel guizzo che lo renda davvero protagonista della serata. Un brano che funziona, ma che avrebbe avuto bisogno di un’incisività maggiore per lasciare il segno a Sanremo.
Noemi – “Se t’innamori muori”
Anna
Ottava partecipazione per Noemi, che torna sul palco dell’Ariston con un brano melodico capace di aprirsi e ottenere ampio respiro. La sua voce è cambiata, forse a causa della perdita di peso, ma resta intensa e riconoscibile. Il pezzo funziona, e l’arrangiamento orchestrale gli dona ancora più spessore, valorizzandolo al meglio.
SandroBot
Noemi ha trovato una maturità artistica che si percepisce anche nell’interpretazione. Il brano ha una struttura classica ma efficace, e l’orchestra gli dà quel tocco in più che lo rende adatto al palco di Sanremo. Non una rivoluzione, ma una conferma della sua eleganza musicale.
Irama – “Lentamente”
Anna
Per la quinta volta sul palco di Sanremo, Irama presenta un pezzo melodico che, pur essendo bello, non si discosta molto dai suoi brani precedenti. Curiosamente, il brano sembra non seguire la struttura classica con introduzione, ponte e refrain: si parte già con il ritornello, una scelta che rende il pezzo immediato ma che forse non lascia molto spazio all’evoluzione.
SandroBot
Irama è ormai un nome consolidato a Sanremo e il suo stile riconoscibile continua a piacere. La scelta di iniziare subito con il ritornello è interessante, ma potrebbe anche risultare un po’ piatta. Nonostante ciò, la sua capacità di emozionare non viene meno, anche se sarebbe bello vedere un po’ più di freschezza nei suoi brani.
Coma_Cose – “Cuoricini”
Anna
Coma_Cose portano a Sanremo un pezzo dance anni ’80 che ricorda molto il sound dei grandi successi di Donatella Rettore. “Cuoricini, noi siamo solo cuoricini…” è il ritornello che si stampa subito nella testa ma la sua leggerezza e ripetitività fanno sorridere, soprattutto considerando che, fortunatamente, i Ricchi e Poveri non sono in gara quest’anno.
SandroBot
Il brano è un omaggio divertente a un’epoca musicale iconica ma a tratti sembra non prendere mai il volo. Coma_Cose riescono a mescolare ironia e melodia, ma l’impressione è che il pezzo rimanga sospeso tra il vintage e il poco memorabile. Tuttavia, sicuramente, fa la sua figura in una serata sanremese leggera.
Simone Cristicchi – “Quando sarai piccola”
Anna
Per la sesta volta, Simone Cristicchi porta a Sanremo un pezzo d’autore (dedicato alla mamma) che ci ricorda l’importanza delle parole, anche nella musica. Un brano che si fa poesia, capace di emozionare con la sua delicatezza e la profondità dei suoi versi. È una riflessione sul potere delle parole e sulle emozioni che esse possono suscitare, una “buona notte” che lascia il segno.
SandroBot
Cristicchi non delude mai quando si tratta di cantare storie con il cuore. La sua capacità di intrecciare poesia e musica lo rende sempre un artista unico, capace di farci riflettere. Questo pezzo è l’ennesima prova che, a volte, la musica più bella è quella che sa raccontare la vita in modo semplice ma profondo.
Marcella Bella – “Pelle diamante”
Anna
La sempre verde Marcella Bella, che calca il palco di Sanremo per la prima volta nel 1972, ci sorprende con un brano dal ritmo incalzante. Ci aspettavamo una ballata melodica ma la “Marcella nazionale” ci regala un pezzo vivace che riesce a catturare l’attenzione. Una bella sorpresa che dimostra come la sua voce possa ancora adattarsi ai tempi moderni senza perdere il suo fascino.
SandroBot
Marcella Bella non è mai stata una cantante che si è adagiata sugli allori, e anche stavolta non delude. La scelta di un brano più ritmato è una ventata di freschezza, ma senza rinunciare alla sua inconfondibile eleganza. Il pezzo ha il giusto mix di energia e classe, e ci ricorda perché è una delle icone della musica italiana.
Achille Lauro – “Incoscienti giovani”
Anna
Achille Lauro, che fa il suo debutto a Sanremo nel 2019, questa volta non punta tutto sul look e ci sorprende con un brano che richiama le sonorità vintage, quasi come se ci trovassimo di fronte a qualche pezzo di Claudio Baglioni della sua prima ora. Un brano carino, che si lascia ascoltare, ma che, forse, non ha l’impatto immediato di altre sue performance passate.
SandroBot
Lauro si dimostra ancora una volta un artista eclettico, capace di sorprendere, ma stavolta il focus sembra spostato più sulla musica che sull’immagine. Il pezzo ha un’aria nostalgica che, purtroppo, non riesce a brillare quanto altri suoi successi. Tuttavia, la sua capacità di reinventarsi è sempre presente e questo brano ne è una prova.
Giorgia – “La cura per me”
Anna
Per la sesta volta al Festival di Sanremo, e a 30 anni dalla sua vittoria con “Come saprei”, Giorgia porta un bel pezzo melodico che esalta le sue straordinarie doti canore. In fatto di tecnica vocale, pochi possono competere con lei. Il brano scorre piacevolmente, e il refrain, in particolare, potrebbe essere cantato anche da un altro grande della musica italiana come Marco Mengoni. Non c’è dubbio, questo pezzo ha tutte le carte in regola per vincere il festival.
SandroBot
Giorgia è una delle voci più potenti e riconoscibili del panorama musicale italiano, e questo brano lo dimostra ancora una volta. La sua interpretazione è magistrale, e il pezzo è costruito per valorizzare ogni sfumatura della sua voce. Sebbene non porti una rivoluzione, la sua qualità artistica è tale da renderlo uno dei favoriti per la vittoria.
Willie Peyote – “Grazie ma no grazie”
Anna
Willie Peyote porta a Sanremo un brano con sonorità decisamente internazionali, se non fosse per l’uso della lingua italiana, che conferisce al pezzo una chiara identità nostrana. La sua musica ricorda un po’ Daniele Silvestri, ma allo stesso tempo riesce a mantenere la sua unicità. Il pezzo è davvero molto carino, e il testo, ironico e riflessivo, aggiunge un ulteriore valore alla sua proposta musicale.
SandroBot
Willie Peyote è un artista che sa come mescolare la tradizione italiana con influenze internazionali, e questo brano ne è la prova. La sua capacità di giocare con le parole e di proporre tematiche attuali in modo brillante e genuino lo rende uno dei più interessanti sul palco di Sanremo. Un pezzo che ti rimane in testa, ma che lascia anche qualcosa da riflettere.
Rose Villain – “Fuorilegge”
Anna
Per Rose Villain, che ha debuttato a Sanremo l’anno scorso, questo brano sembra un po’ il “continuum” del pezzo precedente. La sua musica è riconoscibile, il sound sembra molto simile a quello dell’anno scorso, e in qualche modo sembra quasi che stia cantando se stessa. Un buon brano, ma forse manca quella novità che ci si aspetterebbe da un’artista così interessante. Bella la parte dove lei va quasi a cappella.
SandroBot
Rose Villain ha un’identità musicale ben definita, e questo brano non fa altro che confermarlo. Sebbene sembri un’evoluzione del suo precedente pezzo, il suo stile rimane unico e riconoscibile. Forse un po’ di sperimentazione in più potrebbe arricchire ulteriormente la sua proposta, ma comunque la sua presenza sul palco è sempre carica di energia.
Olly – “Balorda nostalgia”
Anna
Olly porta a Sanremo un pezzo che gioca con le sonorità moderne e una melodia che richiama l’emotività di tempi passati. “Balorda nostalgia” è una canzone che scivola via facilmente, con un ritmo coinvolgente che invita a seguirla. Non è un brano che esplode subito, ma cresce nel tempo, ed è proprio questa la sua forza. Olly riesce a coniugare il suo stile con un tocco di freschezza che rende il pezzo interessante.
SandroBot
Olly ha una capacità particolare di mescolare pop e nostalgico, e questo brano lo conferma. La sua energia è contagiosa, e il testo ha una leggerezza che non scivola mai nel banale. È un pezzo che, pur non essendo troppo innovativo, riesce a colpire per la sua sincerità e il suo sound accattivante.
Elodie – “Dimenticarsi alle 7”
Anna
Elodie torna a Sanremo per la quarta volta e questa volta propone un pezzo che sembra un po’ già sentito. Con una sonorità che ben conosciamo, il brano non ha troppo da aggiungere a quanto Elodie ha già fatto in passato. Mi aspettavo qualcosa di più fresco e innovativo, ma lei continua sulla sua strada, e forse non sbaglia. La sua voce è sempre potente, ma il brano non sorprende come ci si sarebbe aspettati da un’artista del suo calibro.
SandroBot
Elodie è un’artista che ha sempre una forte presenza scenica e una voce che sa come colpire. Tuttavia, con “Dimenticarsi alle 7”, non porta nulla di troppo innovativo. Il pezzo scorre bene, ma non riesce a lasciarci con un’impressione indelebile. Nonostante ciò, la sua capacità di farsi ascoltare e il suo stile ben definito le permettono di essere comunque tra le protagoniste.
Shablo feat. Guè, Joshua & Tormento – “La mia parola”
Anna
Un pezzo che, purtroppo, non riesce a distinguersi particolarmente nel panorama musicale attuale. Non ci sono grandi sorprese nemmeno per gli appassionati del genere. La collaborazione tra Shablo, Guè, Joshua e Tormento non sembra aggiungere nulla di nuovo, risultando piuttosto nella media. Una canzone che si lascia ascoltare, ma che non lascia un’impronta forte.
SandroBot
Anche se i protagonisti di questo brano sono nomi noti nel panorama hip hop e rap, “La mia parola” non riesce a emergere. Non ha quella spinta che ci si aspetta da una collaborazione di questo calibro, e il risultato finale è un pezzo che potrebbe facilmente passare inosservato. Forse è proprio questo il rischio quando ci si affida troppo alla formula consolidata, senza osare.
Massimo Ranieri – “Tra le mani un cuore”
Anna
Massimo Ranieri è uno di quei grandi artisti che porta a Sanremo un pezzo che è completamente nelle sue corde. La sua lunga carriera è la garanzia di un’esperienza musicale unica, e questo brano, sebbene melodico, è davvero molto bello. Ranieri riesce sempre a trasmettere emozioni forti con la sua voce, e anche in questo caso non delude. Un vero artista con la A maiuscola.
SandroBot
Massimo Ranieri non ha bisogno di presentazioni. Con la sua carriera impeccabile e una voce che continua a incantare, il brano “Tra le mani un cuore” è la dimostrazione che, a volte, la semplicità melodica è quella che rimane nel cuore. Il suo stile senza tempo fa sempre la differenza, e anche questa volta riesce a essere sopra le righe. Grande Massimo, indiscutibile icona musicale.
Tony Effe – “Damme ‘na mano”
Anna
Un brano che porta con sé un’aria di tradizione romanesca, con un accompagnamento musicale che affonda le radici nel patrimonio musicale italiano. “Damme ‘na mano” riesce a mescolare elementi moderni con un sapore autenticamente italiano, risultando originale e ben eseguito. Tony Effe dimostra di avere una capacità di innovare pur mantenendo un forte legame con le tradizioni musicali. Bravo!
SandroBot
Tony Effe riesce a rendere omaggio alla tradizione romanesca in modo fresco e originale. Il brano ha una qualità che evoca il passato, ma lo fa con un taglio moderno che lo rende accattivante per il pubblico odierno. La sua esecuzione è impeccabile e riesce a trasmettere una grande energia. Un buon mix tra tradizione e innovazione, che non passa inosservato.
Serena Brancale – “Anema e core”
Anna
Il brano di Serena Brancale porta con sé ritmi incalzanti che richiamano sonorità caraibiche, arricchite da un tocco di “Anema e core”, con quella lingua musicale napoletana che affascina sempre. È un mix anche linguistico, capace di combinare diversi mondi in un solo pezzo. Il ritmo coinvolgente lo rende un potenziale tormentone, destinato a essere ampiamente programmato e a far scatenare tanti balletti. Un pezzo che sicuramente piacerà al pubblico.
SandroBot
Serena Brancale riesce a fondere influenze caraibiche con la tradizione napoletana, creando un pezzo che sa come catturare l’attenzione. La sua capacità di giocare con i ritmi e le lingue rende “Anema e core” un brano che non passerà inosservato. Probabilmente diventerà uno dei tormentoni dell’estate e farà ballare molti, traendo ispirazione dalle sonorità più vive e festive.
Brunori Sas – “L’albero delle noci”
Anna
Brunori Sas porta a Sanremo un pezzo che si colloca in cima alle mie preferenze. Un brano di cantautorato puro, che sa emozionare fin dalle prime note. La musica d’autore, così come viene intesa nei suoi momenti migliori, è presente in ogni angolo di questa canzone. La melodia è sublime, e l’intensità del brano è tale che riesce a catturarti dall’inizio alla fine. Il pezzo ha tutto: testo, melodia, voce, intreccio, arrangiamento. Un vero capolavoro, che ti fa venire la pelle d’oca.
SandroBot
Brunori Sas dimostra ancora una volta la sua grande capacità di scrivere musica che non è solo bella, ma che sa anche toccare le corde più intime. “L’albero delle noci” è uno di quei brani che ti resta dentro, grazie a una melodia che trasmette un’emozione profonda. Un pezzo che sa come farsi ascoltare, e che ti lascia con un senso di nostalgia e bellezza. Un vero gioiello del cantautorato italiano.
Modà – “Non ti dimentico”
Anna
Un brano che rispecchia perfettamente lo stile dei Modà, con quel mix di emozione e malinconia che li ha sempre contraddistinti. La canzone sembra autobiografica, raccontando una storia di ricordi e sentimenti, con quel tocco di tristezza che non guasta mai. Un pezzo che arriva dritto al cuore, proprio come ci si aspetta da una band come loro.
SandroBot
I Modà non tradiscono le aspettative e portano a Sanremo un pezzo che sa di vissuto, con una vena autobiografica che aggiunge profondità al testo. La loro abilità di mescolare emozione e melodia si fa sentire anche in questa canzone, che si distingue per la sua sincerità e per un tocco di tristezza che rende tutto ancora più autentico. Un brano che sicuramente conquisterà molti cuori.
Clara – “Febbre”
Anna
Clara porta a Sanremo un brano che sembra un mix tra le sonorità di Rose Villain e quelle di se stessa. Forse è quest’ultima che, in qualche modo, richiama il suono di Rose Villain. Un pezzo che si divide in due, alternando momenti diversi che si intrecciano tra loro. È interessante, ma non particolarmente innovativo. Un brano che potrebbe risultare familiare, ma che comunque ha il suo fascino.
SandroBot
Il brano di Clara si inserisce in un filone musicale che ricorda molto le sonorità di Rose Villain, con uno stile che potrebbe sembrare già sentito. Tuttavia, la sua capacità di alternare diverse dinamiche e sonorità rende la canzone intrigante. Non è un pezzo che sorprende, ma ha comunque un certo appeal che potrebbe conquistare l’ascoltatore.
Lucio Corsi – “Volevo essere un duro”
Anna
Lucio Corsi debutta a Sanremo con un brano che sa di passato, ma che riesce a suonare fresco e originale. La sua proposta musicale ricorda pezzi di artisti come Alberto Fortis e simili, ma con uno stile più contemporaneo. Il brano è orecchiabile e porta con sé una certa malinconia che, però, non appare mai stantia. Lucio si dimostra un menestrello dei giorni nostri, capace di raccontare storie con una melodia che rimane in testa.
SandroBot
Lucio Corsi è sicuramente un menestrello dei giorni di oggi, con una capacità di intrecciare il passato e il presente in modo elegante. “Volevo essere un duro” ha quel sapore retrò che ricorda i grandi pezzi degli anni passati, ma con una freschezza che lo rende perfetto per il pubblico di oggi. Un brano che, pur essendo semplice, riesce a colpire grazie alla sua leggerezza e sincerità.
Fedez – “Battito”
Anna
Fedez porta a Sanremo un brano che rientra pienamente nel suo stile, ma con un tocco di novità. “Battito” si fa apprezzare per gli arrangiamenti ben curati, che alternano momenti più intensi a momenti più intimisti. È un pezzo che cresce nel corso dell’ascolto, con cambi di ritmo che danno dinamismo alla canzone. Fedez riesce a coinvolgere senza sforzarsi troppo, mostrando una maturità artistica evidente.
SandroBot
“Battito” è un brano che si inserisce perfettamente nel repertorio di Fedez, ma con quella giusta evoluzione che lo rende interessante. Gli arrangiamenti sono di qualità e danno una bella profondità alla canzone. La sua capacità di mescolare momenti di intensità con altri più intimisti lo rende molto fruibile. Un pezzo che potrebbe conquistare diversi tipi di pubblico, senza mai risultare banale.
Bresh – “La tana del granchio”
Anna
Per il suo debutto al Festival di Sanremo, Bresh porta un brano che si fa subito apprezzare grazie a un groove che cattura l’attenzione. La sua voce appartiene sicuramente alla “nuova scuola”, ma il pezzo si rifà anche alla “vecchia scuola”, con influenze che si sentono chiaramente. Il refrain è coinvolgente e ricorda alcune sonorità tipiche di Irama, ma con una personalità che riesce a emergere. Un brano che si lascia ascoltare facilmente, con una giusta dose di freschezza e nostalgia.
SandroBot
Bresh, al suo primo Sanremo, fa un ottimo debutto con “La tana del granchio”. Il brano unisce il groove moderno della nuova scuola con qualche richiamo alla tradizione musicale. Il refrain, che ha un’energia contagiosa, ricorda effettivamente alcune melodie di Irama, ma il tutto è reso in una chiave originale. Un pezzo che ha sicuramente il potenziale per essere apprezzato da diversi tipi di pubblico.
Sarah Toscano – “Amarcord”
Anna
Sarah Toscano, la più giovane partecipante di questo Festival, fa il suo debutto con un brano che si inserisce perfettamente nel filone dance-pop che abbiamo già ascoltato da altre artiste come Annalisa, Rose Villain e Gaia. Il brano è orecchiabile e leggero, ideale per un pubblico giovane. Sebbene non presenti particolari innovazioni, ha una freschezza che non guasta. Sarah ha sicuramente del potenziale e questo pezzo potrebbe essere un buon punto di partenza per una carriera musicale promettente.
SandroBot
Sarah Toscano, alla sua prima partecipazione, porta un brano che rimanda alle sonorità dance-pop di alcune sue coetanee, come Annalisa e Gaia. “Amarcord” è un brano piacevole, ma che non spicca per originalità. La sua freschezza e l’energia giovanile sono però un buon punto di partenza. Sarah ha margini di crescita e chissà, con il tempo potrebbe trovare un suo stile distintivo.
Joan Thiele – “Eco”
Anna
Joan Thiele, cantautrice di talento, porta un brano che affascina sin dalle prime note, ricordando addirittura le atmosfere cinematografiche dei film western di Ennio Morricone. Tuttavia, la canzone si evolve in modo più tradizionale, perdendo un po’ di quella magia iniziale. Unico neo, anche se ascoltato in cuffia, alcune parole risultano poco comprensibili, il che toglie un po’ di forza al messaggio del brano. Nonostante ciò, il pezzo è interessante e merita attenzione per la sua originalità.
SandroBot
Joan Thiele, ancora una volta, dimostra la sua bravura come cantautrice, portando un brano che ha il pregio di evocare atmosfere cinematografiche, con un inizio che ricorda i western di Ennio Morricone. Peccato che il brano perda un po’ di quella magia man mano che si sviluppa, tornando su sonorità più convenzionali. Una piccola pecca riguarda la chiarezza del testo, che, purtroppo, non è sempre facilmente comprensibile. Comunque, un pezzo interessante che mostra il potenziale della giovane artista.
Rocco Hunt – “Mille vote ancora”
Anna
Rocco Hunt, alla terza partecipazione, torna a Sanremo con un pezzo che racconta i ricordi di gioventù, prima di lasciare la sua città. Il suo rap, che mescola emozioni personali e riflessioni, è orecchiabile e si fa ascoltare senza difficoltà. Non è uno dei brani più innovativi del Festival, ma la sua capacità di toccare temi universali, come il distacco dalle radici, lo rende comunque interessante.
SandroBot
Rocco Hunt torna a Sanremo con un brano che esplora i ricordi della sua gioventù, prima che la sua carriera lo portasse lontano dalla sua città. Il pezzo è sicuramente orecchiabile, con un beat che si adatta bene al suo stile. Sebbene non porti nulla di particolarmente innovativo, resta comunque piacevole e ben costruito. Un altro bel capitolo nella carriera di Rocco Hunt, che continua a confermare la sua solidità nel panorama musicale.
Francesca Michielin – “Fango in Paradiso”
Anna
Francesca Michielin porta a Sanremo un brano ben strutturato, con una melodia che si fa apprezzare subito. La sua voce e la sua presenza sul palco sono sempre impeccabili e anche questa volta riesce a fare una bella figura. È un pezzo che non tradisce le aspettative, che si inserisce perfettamente nel suo repertorio. Non c’è nulla di particolarmente sorprendente ma l’equilibrio tra musica e testo funziona.
SandroBot
Francesca Michielin, che ormai è una delle voci più solide del panorama musicale italiano, torna al Festival con un brano che si fa notare per la sua melodia ben costruita e il suo arrangiamento ricco di sfumature. “Fango in Paradiso” è il tipo di pezzo che fa subito una buona impressione, grazie alla sua capacità di colpire senza troppe pretese. La Michielin si conferma ancora una volta un’artista completa, capace di gestire con naturalezza anche le sfide di un palco prestigioso come quello di Sanremo.
The Kolors – “Tu con chi fai l’amore”
Anna
I The Kolors tornano al Festival con un altro pezzo ballabile e orecchiabile che si inserisce perfettamente nel loro stile. La band è ormai maestra nel creare tormentoni che fanno subito breccia nel pubblico. “Tu con chi fai l’amore” non è certo il brano che rimarrà nella storia della musica ma è un altro esempio della loro capacità di sfornare pezzi che non passano inosservati. Un’aggiunta nel loro repertorio che sicuramente farà ballare.
SandroBot
The Kolors portano a Sanremo un pezzo che segue il loro stile consolidato, orecchiabile e decisamente ballabile. Pur non essendo un brano che rimarrà impresso nella memoria collettiva, è esattamente ciò che ci si aspetta dalla band: una canzone che entra in testa e non ti lascia più. Con un sound fresco e spensierato, il brano si inserisce bene nel loro percorso musicale, ma non aggiunge nulla di nuovo rispetto a ciò che già conosciamo.
Sintesi dei 29 brani in gara a primo ascolto
La prima serata del Festival di Sanremo ha visto sul palco una serie di esibizioni molto diverse, da pezzi melodici a brani più moderni, con una varietà di generi musicali che ha spaziato dal pop alla dance, dal rap alla musica d’autore.
- Gaia: un brano orecchiabile ma già sentito, con un mix di sonorità di Paola e Chiara e Annalisa.
- Francesco Gabbani: pezzo melodico che richiama sonorità internazionali, ma un po’ prevedibile nel ritornello.
- Rkomi: un brano che punta su atmosfere più intimiste, ma senza particolare originalità.
- Noemi: un pezzo che valorizza la sua potente voce, con un arrangiamento che acquista ancora più forza grazie all’orchestra.
- Irama: classico brano melodico con un ritornello che parte subito, senza troppa innovazione.
- Coma_Cose: dance anni ’80, ma molto simile ad altri brani.
- Simone Cristicchi: un pezzo d’autore che emoziona e celebra la forza delle parole.
- Marcella Bella: una sorpresa con un brano ritmato, lontano dalle sue consuete ballad.
- Achille Lauro: meno attenzione al look, ma un pezzo che richiama il vintage di Baglioni.
- Giorgia: un brano che potrebbe vincere il Festival, con un’intensità vocale che poche altre possono eguagliare.
- Willie Peyote: sonorità internazionali e testo interessante, una proposta solida.
- Rose Villain: una proposta simile a quella dello scorso anno, senza grandi novità.
- Olly: un pezzo simpatico, ma non particolarmente memorabile.
- Elodie: senza particolari sorprese, ma coerente con il suo stile.
- Shablo feat. Guè, Joshua & Tormento: un brano che non aggiunge molto di nuovo al panorama musicale.
- Massimo Ranieri: un pezzo melodico che gli calza a pennello, mostrando la sua grande esperienza.
- Tony Effe: un brano originale con sonorità italiane e un tocco di romanesco.
- Serena Brancale: un mix interessante di ritmi caraibici e linguaggio musicale napoletano.
- Brunori Sas: un pezzo di cantautorato puro, che emoziona dall’inizio alla fine.
- Modà: un pezzo autobiografico, con un tocco di tristezza che non guasta.
- Clara: una canzone che ricorda quella di Rose Villain, con sonorità simili.
- Lucio Corsi: un pezzo orecchiabile che ricorda il passato, ma con uno stile attuale.
- Fedez: un brano ben strutturato che si fa apprezzare per la sua intensità.
- Bresh: un brano fresco, con un groove interessante e un richiamo alla vecchia scuola.
- Sarah Toscano: un pezzo dance che potrebbe diventare un tormentone.
- Joan Thiele: un brano che parte con un tocco western, ma poi si sviluppa in maniera tradizionale.
- Rocco Hunt: un rap che racconta i ricordi di gioventù, orecchiabile e carino.
- Francesca Michielin: un pezzo che si fa apprezzare per la sua melodia e la sua esecuzione.
- The Kolors: un altro tormentone dance, che entra subito nella testa, ma senza lasciare il segno.
Ogni artista ha portato il suo stile unico, ma nessuno sembra aver spiccato per originalità assoluta in questa prima serata. Ora non resta che vedere come evolverà il festival nelle prossime giornate!