Alla 74a Mostra del Cinema di Venezia c’è stata anche l’occasione di ricordare Paolo Villaggio, scomparso lo scorso 3 luglio, grazie a “La voce di Fantozzi”. Il docufilm, diretto da Mario Sesti (e prodotto da Daniele Liburdi e Massimo Mescia per Volume, in collaborazione con Pepperpot e Piero Villaggio), è in concorso nella sezione Venezia Classici.
Questo è, a tutti gli effetti, l’ultimo film realizzato da Paolo Villaggio in quanto in esso troviamo alcuni suoi contributi inediti, insieme ad alcune interviste realizzate da Maura Villaggio (la moglie) a personaggi come Diego Abatantuono, Bruno Altissimi, Renzo Arbore, Lino Banfi, Maurizio Battista, Roberto Benigni, Antonino Cannavacciuolo, Gianni Canova, Maurizio Costanzo, Domenico De Masi, Anna Foglietta, Fiorello, Nino Frassica, Michele Mirabella, Neri Parenti, Andrea G.Pinketts, Christian Raimo, Emanuele Salce, Emilio Schroeder, Marco Travaglio, Enrico Vaime, Fabio Volo e Dario Fo.
“Dario ha paragonato alcuni personaggi da lui portati in scena a Fantozzi. Un grande comico che parla di un altro grande comico: è stato un momento unico” – ricorda Mario Sesti. “Fo voleva lavorare con mio padre a teatro” – racconta Pierfrancesco Villaggio – “L’idea era quella di fare uno spettacolo a Milano e a Roma, ma purtroppo non è stato possibile perché lui è morto poco dopo”.
Ne “La voce di Fantozzi” ci sono anche i contributi straordinari di alcuni attori che per l’occasione sono tornati a vestire i panni dei personaggi storici della saga fantozziana, con dialoghi inediti scritti da Paolo Villaggio. Parliamo di Plinio Fernando (Mariangela Fantozzi), Paolo Paoloni (Mega Direttore Galattico), Piero Villaggio (L’hooligan) e Clemente Ukmar (controfigura di Villaggio in tutti i film di Fantozzi) e naturalmente Milena Vukotic (Pina Fantozzi).
Quest’ultima era presente al Lido per accompagnare il film: “Ci sarebbero tante cose da dire, ma in questo momento non mi vengono. Però c’è stato un episodio che mi ha molto colpito: ieri sera sono arrivata e sul vaporetto una signora si è avvicinata dato che mi aveva riconosciuto e mi detto di essere felice, perché le era nato un nipotino e l’avevano Paolo. Questo fa capire quello che ha rappresentato per tutti noi e quanto abbia lasciato il segno”.
A tal proposito Sesti spiega: “Il titolo del film è proprio legato a questo. Ci sono le cifre del suo successo, ma è ben più radicale il modo in cui lui e la sua voce sono entrati nell’immaginario collettivo. Quanti di noi hanno provato ad imitarla o a dire che si sentivano , in giornate particolarmente sfortunate, come Fantozzi? Ci piaceva l’idea che lui fosse il primo spettatore di questo lavoro, ma purtroppo non è stato così e la cosa ci riempie di tristezza”.