Dal pluripremiato romanzo HHhH, l’incredibile storia vera del “Macellaio di Praga” Reinhard Heydrich, il più crudele gerarca nazista del Terzo Reich. Dal 24 gennaio nelle sale italiane.
Dal regista Cedric Jimenez (French Connection) arriva L’Uomo Dal Cuore di Ferro, una storia incentrata su una delle figure più oscure e temibili del regime Nazista e sugli uomini e le donne della Resistenza Cecoslovacca che con immenso coraggio cercarono di eliminarlo.
La storia dell’inarrestabile ascesa di Reinhard Heydrich (Jason Clarke) e del suo assassinio. Freddo e implacabile, Heydrich fu uno dei massimi esponenti della dirigenza Nazista e principale artefice della “soluzione finale”. Accanto a lui sua moglie Lina, (Rosamund Pike,) che lo introdusse all’ideologia Nazista e gli fu accanto negli anni della sua ascesa. Tuttavia, un piccolo gruppo di combattenti della Resistenza Ceca in esilio, addestrati dagli Inglesi e guidati dal governo Cecoslovacco, tentò di fermare “l’inarrestabile”. Heydrich fu ferito a morte durante un’azione dei paracadutisti capitanata da Jan Kubis e Jozef Gabcik, mentre con la colonna di mezzi militari stava attraversando Praga. Reinhard Heydrich fu il più alto ufficiale di rango Nazista ad essere ucciso durante la Seconda Guerra Mondiale.
Nel cast Jason Clarke nel ruolo di Reinhard Heydrich, insieme a Rosamund Pike che interpreta sua moglie Lina, Jack O’Connell nelle vesti di Jan Kubiš e Jack Reynor e nel ruolo di Jozef Gabčík. Mia Wasikowska interpreta Anna, giovane militante della Resistenza che darà rifugio a Jan e si innamorerà di lui.
Tratto dal romanzo HHhH di Laurent Binet, Cèdric Jimenez dirige il film scritto a quattro mani da Audrey Diwan e David Farre e prodotto da Daniel Crown e Alain Goldman.
Il cast tecnico di Jimenez è composto dal direttore della fotografia Laurent Tangy (French Connection), dal costumista Olivier Beriot (Taken), dal montatore Chris Dickens (The Millionaire) e dal compositore Guillaume Roussel (3 Days to Kill).
“L’uomo dal cuore di ferro”, regia di Cedric Jimenez, con Jason Clarke, Rosamund Pike, Mia Wasikowska, Jack O’Connell e Jack Reynor.
L’uomo dal cuore di ferro è l’adattamento cinematografico del romanzo di Laurent Binet HHhH, che ha vinto il premio Goncourt 2012 come opera prima ed è stato accolto con grande entusiasmo dai 25 paesi in cui è stato tradotto.
Come nel romanzo, il film ripercorre i momenti precedenti l’agguato a Reinhard Heydrich, l’ideatore della soluzione finale ed unico ufficiale Nazista di alto livello, ucciso durante la Seconda Guerra Mondiale, un evento che è passato alla storia come la prima breccia al potere Nazista e che portò successivamente alla disfatta del Terzo Reich.
La storia è basata sull’idea stessa di resistenza, ed è un inno al coraggio di un piccolo gruppo di giovani Cecoslovacchi che portò a termine una missione impossibile. Jan e Josef, gli eroi di questa “epica” impresa, erano ben consapevoli dei rischi che correvano e sapevano di dover sacrificare la propria vita per perseguire i propri ideali, ma avevano deciso di porre l’interesse altrui al di sopra del proprio.
I momenti culminanti della storia si sviluppano intorno a personaggi estremi, buoni o cattivi che siano. Josef e Jan sono due uomini coraggiosi e patriottici che rifiutano di accettare le barbarie in atto in quegli anni bui e la loro amicizia costituisce il pilastro portante di questa storia. Combattono insieme, fianco a fianco, contro la mostruosità e l’assurdità di quella guerra. Durante la loro “missione” incontreranno due giovani donne con le quali condivideranno gli ideali e insieme a loro vivranno, per l’ultima volta, l’ardente passione dell’amore; la passione che unirà Jan ad Anna, è l’esempio della forza vitale caratterizzata dalla gioventù. Sono entrambi belli e ribelli, ma nel nome di una causa comune sono pronti a perdere tutto.
Dall’altro capo di questa storia c’è l’incombente figura di Heydrich, un ex ufficiale militare che si unisce al partito Nazista diventando il più terribile di loro: la struttura narrativa del film separa questi due diversi percorsi, permettendoci di seguire anche la sua ascesa al potere. Accanto a lui c’è sua moglie Lina, appartenente ad una famiglia aristocratica ma che non godendo più di quel titolo nobiliare, è in cerca di riscatto. Mentre la formidabile ombra di Heydrich cresce e prende forma, la pressione del pericolo si fa sempre più forte tra le maglie della Resistenza, andando a rafforzare anche il sentimento di urgenza e improrogabilità della missione stessa; qualcuno deve sacrificare la propria vita per fermare il “Macellaio di Praga”. La struttura unica della sceneggiatura permette di penetrare perfettamente nelle traiettorie di vita dei tre personaggi principali, offrendo una visione caleidoscopica di questo allucinante e tragico momento storico. La messa in scena è organica, e vicina ai personaggi che fungono da “motori” emotivi e danno vita al racconto.
“La mia ambizione, era quella di coinvolgere completamente lo spettatore immergendolo nella scena, in modo da trasmettere l’importanza, l’urgenza e la determinazione che i veri protagonisti dovevano provare per compiere quell’estremo atto di coraggio. Il film è stato girato su pellicola 35 mm, per dare ancora più forza all’immagine, e per meglio caratterizzare l’epoca in cui è ambientata il racconto.
L’uomo Dal Cuore Di Ferro è un film totalmente Europeo, gli attori sono Inglesi, Irlandesi, Francesi e Ungheresi, così come i produttori e il cast tecnico. Ognuno ha contribuito apportando una competenza specifica e diversa e questo mix ha permesso di creare un film così particolare” — Cédric Jimenez
NOTE DI PRODUZIONE
Poco dopo aver terminato le riprese del suo precedente film (French Connection), Cèdric Jimenez iniziò la lettura del libro di Laurent Binet “HHhH” e se ne innamorò subito. Il libro uscì in Francia nel 2010 e vinse il premio Goncourt come romanzo di debutto, prestigioso premio assegnato agli autori esordienti. Il suo titolo è l’acronimo di “Himmler’s Hirn heißt Heydrich,” che tradotto significa “Il cervello di Himmler si chiama Heydrich” e si riferisce ad una battuta che circolava in Germania a quei tempi. Era infatti convinzione comune tra gli adepti del Terzo Reich, che l’eminenza grigia dietro Hienrich Hammler, Reichfhurer delle SS, fosse in realtà Heydrich capo dell’Ufficio Centrale per la sicurezza del Reich e ideatore della “Soluzione Finale”, ossia il piano di liberare l’Europa dagli Ebrei.
Jimenez lesse quel libro per pura curiosità, senza pensare che presto lo avrebbe trasformato in un lungometraggio. Il libro fu un bestseller, che raggiunse il definitivo successo con l’assegnazione da parte del New York Times del premio come libro di maggior rilevanza dell’anno. Fu una coincidenza che Alain Goldman comprò i diritti per la produzione del bestseller e, in occasione della premiere di French Connection a Toronto, propose a Jimenez di leggere la bozza di sceneggiatura scritta da David Farr (noto per il suo lavoro Hanna e il Manager della notte). Jimenez accettò e subito dopo averla letta, chiese a Goldman di poterla rielaborare con Audrei Diwan, che aveva già collaborato con lui alla stesura di French Connection.
Jimenez: “Quello che ho amato di questa storia è stato il significato storico dell’ascesa di un grande ufficiale Nazista di alto livello, e cosa abbia significato tutto questo nei successivi tragici accadimenti. Quello che spesso mi domando è come sia potuto accadere. Come è potuto accadere qualcosa di così folle? Come può la gente sbagliare così tanto in termini di ideologia politica o indottrinamento? Pensiamo alla Seconda Guerra Mondiale come a un incubo, ma è stato un vero incubo. E tutti vorremmo dare delle risposte a queste domande, ma nessuno può farlo”. Il potere del libro risiede nella divisione della storia tra l’ascesa di Heydrich e in contrapposizione, sullo sfondo, il gruppo di combattenti della Resistenza ceca che ha portato alla sua fine. “Al centro di questa storia c’è il tema del sacrificio che questi ragazzi hanno dovuto affrontare” aggiunge Jimenez. “Penso che sia un sacrificio impressionante, perché è così difficile attuarlo consapevolmente. Non tutti, anzi pochissimi sono in grado di dire a se stessi: ‘Ok, penso che la mia vita sia meno importante di quella degli altri”. Jimenez continua: “Questi due aspetti della storia sono molto importanti per me, perché mostrano da una parte l’evoluzione del male e, dall’altra parte, troviamo in contrapposizione l’altruismo e la bontà; in entrambi i casi si tratta di cambiare il mondo. I Nazisti volevano cambiare il mondo a loro immagine, mentre la Resistenza voleva ripristinare il mondo e ristabilire l’ordine preesistente delle cose”.
La vita di Reinhard Heydrich è stata raccontata in precedenza, come molte storie sulla Seconda Guerra mondiale, ma il suo nome è sconosciuto alla maggior parte delle persone. Jimenez crede che sia perché è stato ucciso nel 1942, mentre Hitler, Himmler e Goebbels sono sopravvissuti fino alla fine della Guerra. Tuttavia, l’assassinio di Heydrich è stato un punto focale, una svolta che ha segnato l’inizio della destabilizzazione del regime Nazista. Il soprannome che Hitler aveva coniato per Heydrich era “l’uomo con il cuore di ferro”; ed era una definizione affettuosa nella mente contorta di Hitler. Conosciuto anche come “il macellaio di Praga”, Heydrich, fu responsabile di alcune delle atrocità più ripugnanti commesse dalla Germania nazista, e fu determinante nell’organizzazione della Kristallnacht, una serie di attacchi coordinati contro gli ebrei tedeschi che preannunciarono l’Olocausto. Era direttamente responsabile dell’Einsatzgruppen, una task force speciale che viaggiava sulla scia degli eserciti tedeschi e che uccise più di 2 milioni di persone. La risposta nazista all’assassinio di Heydrich fu brutale: le città di Lidice e Ležáky furono prese di mira sulla base di deboli prove del fatto che ospitavano figure chiave della resistenza. Entrambe le città furono rase al suolo, i loro abitanti uccisi o deportati nei campi di concentramento.
“Era l’epitome del nazismo” nota Jason Clarke, l’attore incaricato di interpretare Heydrich, “Era l’epitome di ciò che Hitler e i suoi “fratelli” stavano cercando di realizzare, lui fu l’artefice dei peggiori orrori del Nazismo”.
Heydrich si unì al partito nazista solo dopo essere stato licenziato dall’esercito tedesco, poco prima che i nazisti prendessero il potere, era un soldato e così la sua espulsione dall’esercito fu, afferma Jimenez, l’atto chiave nella creazione di un mostro. “Fu allontanato da qualcosa che faceva parte di lui, e trovò nel movimento Nazista uno sbocco alla sua rabbia. Non doveva essere quello che è diventato. Forse, se fosse rimasto nell’esercito, se non fosse stato licenziato, questo ragazzo non sarebbe mai diventato quello che è diventato. “Immaginate quante persone non sarebbero mai state uccise se non fosse stato per lui. Un piccolo evento nella vita di una persona può cambiare il mondo” dice Jimenez. Jimenez ha visto in Jason Clarke l’unico attore con la forza e la presenza scenica ad essere in grado di incarnare Heydrich. “Ogni volta che appare sullo schermo ha questa personalità molto forte e carismatica” osserva il regista, “Può essere spaventoso, ma anche affascinante. È molto intenso. Tutto questo era fondamentale per poter rappresentare appieno la personalità di Heydrich”. Jimenez continua: “Penso sia davvero importante provare a cogliere l’intelligenza e il “genio” di un uomo tanto cattivo. Non voglio perdonare o dimenticare le atrocità commesse da Heydrich, non cerco di umanizzare quell’uomo, ma ho voluto approfondire quello che sappiamo di questo personaggio per cercare di comprenderne la complessa personalità”.
Per interpretare questo ruolo era importante per Clarke conoscere gli interessi di Heydrich al di là del Nazismo, e come il suo controllo e il suo equilibrio lo aiutarono ad esercitare il potere. “Era un amante della musica classica” nota l’attore, “Suo padre era un compositore e lui è stato un ottimo violinista. Era un buon tiratore, ed era in una posizione privilegiata nel movimento nazista. Riusciva ad incutere terrore nelle persone, sia che fossero tedesche, sia che fossero ufficiali dell’esercito, sia che fossero comuni cittadini”. Fu un incontro con Clarke a Los Angeles che convinse Jimenez ad assegnargli la parte. Clarke iniziò subito a lavorare sul materiale e aggiunse “Non ho la minima intenzione di ‘salvarlo’, voglio scavare in ogni singola debolezza del personaggio per renderlo il più complesso possibile. Non voglio che venga dimenticato che questo era un uomo. Non era un cattivo della Marvel: è esistito, aveva genitori e fratelli e un vero cuore umano che batteva nel petto… potresti passare davanti allo stesso tizio per strada domani e non lo sapresti nemmeno.”
“Devi avere una visione tridimensionale del personaggio per cominciare” dice Clarke “e devi accettare la sfida, prima di interpretare un personaggio che non è altro che un mostro sulla carta. Reinhard Heydrich era un uomo serio che ha commesso alcuni degli atti più atroci nella storia dell’umanità. Quindi deve esserci un motivo per cui lo ha fatto, e io voglio scavare a fondo nella sua personalità per provare a comprenderlo.”
Clarke si è immerso nella ricerca. “Jason è un gran lavoratore” nota Jimenez. “Quando arriva sul set, è lui il personaggio. Sa tutto di lui, vuole essere estremamente accurato e non prende mai la strada più facile. Ha permeato totalmente la personalità del personaggio, la combinazione delle sue contraddizioni e dei suoi talenti, era più di quanto mi aspettassi”. Continua dicendo: “La cosa che mi ha entusiasmato è che ha voluto studiare i meccanismi con cui quest’uomo è diventato quello che era, le ragioni per cui fece ciò che ha fatto, facendosi così un’idea più chiara dell’ambiente che gli permise di compiere quelle atrocità”. Clarke afferma che la ricerca e l’approfondimento di un personaggio è tra gli aspetti più interessanti del processo: “Adoro la ricerca. Mi piace leggere tutto sul personaggio che devo interpretare. Arriva un punto in cui bisogna lasciarsi andare, quando ero sul set cercavo di stabilire con gli altri un perenne atteggiamento di distanza e di costante sottesa aggressività. Non ero molto amichevole, non che fossi totalmente ostile, ma non potevo essere il mio personaggio solo mentre giravo, c’è una linea sottile quando sei sul set che consiste nell’entrare in quella modalità e cercare di tenerla dentro di te il più possibile (nonostante fossi ben consapevole di andare in giro in uniforme nazista) e lasciarla andare soltanto una volta finito il lavoro”. Jimenez è d’accordo: “Non puoi essere in questo tipo di situazione, vestito con l’uniforme, senza esserne influenzato emotivamente, quando si è sul set ci si mette in gioco. Ovviamente questo ha davvero colpito Jason, perché è coraggioso calarsi nei panni di un personaggio come quello, perché si accetta di essere qualcuno che si odia e soprattutto si è consapevoli di essere il personaggio che tutti odieranno.”
La chiave nel racconto della storia di Heydrich è l’influenza che sua moglie, Lina, ha avuto su suo marito. “Egli non fu un grande anti-semita” afferma Jimenez, “Credeva fermamente che la Germania dovesse essere di nuovo un grande paese, ma sua moglie gli aprì la strada per diventare il mostro che tutti conosciamo, poiché quest’ultima credeva fermamente nel partito Nazista e fece studi politici approfonditi”. Rosamund Pike ha recitato nel ruolo di Lina. “Rosamund è una donna impressionante e un’attrice straordinaria” dice Jimenez, “La prima volta che ci siamo incontrati, l’unica domanda che aveva per me era: ‘Vuoi davvero fare questo film? Perché? ’ È stato bello perché di solito sono io quello che fa domande, voleva capire a tutti i costi perché fosse così importante per me dirigere questo film”. Pike dice: “Faccio questa domanda perché a volte, sorprendentemente, la gente non sa darmi una risposta concreta. L’ho interrogato molto duramente sul perché volesse fare questo film come suo primo film in lingua inglese. È davvero questa la persona che ti affascina e che vuoi utilizzare come epicentro nella tua storia? Mi rispose con tono assolutamente convinto, dicendo che era una storia che doveva raccontare, e questo era tutto quello che volevo sentirmi dire.”
L’interesse di Pike per il film nasce dalla forza del personaggio di Lina. “La gente ha sentito parlare del progetto e mi ha chiesto: ‘Sapeva cosa stesse facendo il marito? Era solo la donna di casa e probabilmente non capiva davvero quello che stava succedendo quando Heydrich entrò a far parte del partito nazista’. Per me la cosa interessante è che invece lei è l’ideatrice di tutto. Reinhard Heydrich non sarebbe mai diventato chi è diventato, senza Lina Von Osten, la sua personalità e la sua attrazione per il potere. Lina avrebbe voluto essere una persona di potere, ma essendo una donna in quel momento storico non le sarebbe stato possibile. In un certo senso ha dovuto vivere indirettamente attraverso il suo uomo. Credo che pensasse al marito come a un burattino da manipolare, un burattino di grande intelligenza.”
“Reinhard era il tipo d’uomo capace di riuscire in qualsiasi impresa con molta semplicità” osserva Clarke, “e penso che Lina riconobbe questa sua grande dote immediatamente”. Aveva disciplina. E leggendo Mein Kampf, si rese conto che Hitler racconta del tipo di uomo che idealmente le sarebbe servito per realizzare la sua sete di potere: quest’uomo era Reinhard. Così Lina vide un’opportunità nel partito Nazista e lo spinse ad entrare e a farne parte. Ciò che la donna non aveva previsto però, è che una volta all’interno, Reinhard divenne una figura di spicco in brevissimo tempo.”
Jimenez afferma che Pike e Clarke condividono un approccio molto simile rispetto al lavoro, la minuziosità nei dettagli è ciò che fa realmente la differenza. In questo caso la dote riflette anche la personalità dei personaggi che dovranno impersonare. “All’inizio del film la figura di Lina è più forte di quella di Reinhard” afferma il regista. “Il dramma inizierà a consumarsi nel momento in cui la figura di Reinhard diverrà la più forte all’interno della coppia, lei ha voluto creare un mostro, ma quando crei un mostro, puoi pure aspettarti che provi a sbranare anche te”. Jimenez conclude dicendo: “Lina rappresenta l’errore di chi vedeva nel Nazismo una soluzione”.
La prima parte di materiale su cui Pike si è soffermata durante la sua ricerca, è stata un’intervista a Lina quando era una donna anziana. Lina nell’intervista afferma: ‘Era un periodo bellissimo’, parlando dei ricordi della guerra e Pike si sofferma su questa frase e dice: “La strana luminosità sul viso di quella donna, la negazione dell’orrore era totale, ed era sconvolgente e affascinante al tempo stesso. E in quel momento pensai ‘Ok, penso di aver capito chi sei’.
Clarke: “Ho amato lavorare con Rosamund, abbiamo cercato di lavorare insieme sulle parti per un po’, è una persona che sa quello che fa ed è molto brava a farlo. È stato davvero semplice lavorare con lei, ci siamo divertiti molto e abbiamo instaurato un ottimo rapporto.” Anche Pike ha capito l’importanza di trovare la verità in un mondo permeato dal male. “Abbiamo a che fare con il male” dice “ed è molto importante che tu non faccia di quelle persone dei mostri, perché la parte veramente spaventosa di persone come quelle, è che potrebbero essere chiunque di noi. Più sono umani, più terrificante è; si tratta dell’influenza, del momento in cui nasciamo, del luogo in cui nasciamo e delle situazioni alle quali siamo esposti. Lina è stata una bambina durante la Prima Guerra Mondiale. La Germania alla fine del conflitto è stata schiacciata e tutti si vergognavano di essere tedeschi. Hanno visto il loro paese in questa profonda crisi economica e penso che Hitler abbia offerto una a tutti una promessa di riscatto. È triste perché avevano bisogno di liberarsi dal giogo di quest’umiliazione.”
Dall’altra parte, Jimenez ha capito le differenze tra i combattenti della Resistenza ceca e Heydrich e Lina. Non si trattava di uomini e donne di potere e di cultura, ma di persone semplici che trovarono necessario provare a tener testa a quel potere, poiché rappresentava una minaccia per l’intera umanità. “Questi soldati erano giovani, molto molto giovani, avevano al massimo 16 o 17 anni e hanno dato la loro vita per questa causa, probabilmente perché non ne avevano compreso appieno le conseguenze. Sapevano che c’era qualcosa che non andava e sentivano la necessità di un cambiamento ma non erano pienamente consapevoli dei rischi che stavano correndo” afferma Jimenez.
Il regista ha scelto giovani attori di grande talento, Jack O’Connell e Jack Reynor, nei ruoli di Jan e Jozef. “Non è stato facile sul set” spiega ridendo Jimenez “quando gridavo: ‘Jack’ entrambi si giravano, così per semplificare li soprannominai Jack e Jacko. Jack O’Connell è un attore molto istintivo, non si concentra a lungo prima di immedesimarsi nella parte, ma entra nei panni del personaggio in modo molto diretto e fluido, esattamente l’approccio che volevo per il ruolo di Jan. Hanno lo stesso modus operandi, non pensano a quello che sta per accadere sanno solo che devono farlo”.
Jack Reynor si è immedesimato nel ruolo di Jozef Gabčík fin dalla prima lettura della sceneggiatura e, come O’Connell, si è affidato soltanto al suo istinto per interpretare la parte. “Purtroppo non siamo riusciti a reperire molto materiale su Jan e Jozef” spiega Reynor “Devi immergerti nello spirito del personaggio, mettere più umanità possibile e lasciarti portare da quello che era l’obiettivo e gli ideali della persona, piuttosto che pensare a cosa potessero mangiare a colazione negli anni ’30.” Continua “Ovviamente, ciò che hanno fatto, doveva necessariamente nascere da un grande senso di giustizia sociale, dal fatto che non si può stare a guardare i propri connazionali perseguitati in modo tanto disumano, senza fare nulla. L’istinto umano dovrebbe tendere al bene, ispirarsi alla giustizia e non permettere a chi ha in mano il potere di sopraffare i più deboli. Questi due personaggi fanno dell’istinto umano la loro forza propulsiva.” Reynor afferma che i giovani attori che interpretano i combattenti della Resistenza hanno legato subito tra loro: “Siamo diventati un gruppo affiatato molto velocemente. Le scene che dovevamo girare insieme sono per la maggior parte, scene che trasmettono un forte senso di fratellanza e di comunione. Anche nelle scene finali si può vedere che questo aspetto è sicuramente il tema portante del film.”
Mia Wasikowska interpreta Anna, una simpatizzante della Resistenza che si innamora di Jan, “È una storia d’amore che si sviluppa in modo veloce e bruciante” dice Jimenez “Quando si faceva parte della Resistenza, si era consapevoli che ogni giorno poteva essere l’ultimo. Così Jan e Anna hanno vissuto gli attimi dell’amore il più intensamente possibile.”
Reynor è d’accordo “Queste persone vivevano in un perenne stato di ansia e i loro cuori erano permeati da cattivi presagi ma allo stesso tempo vivevano con grande passione, in questo film in particolare, l’aspetto dell’intensità delle relazioni viene molto enfatizzato. L’amore è il “cuore pulsante” del film rispetto a ciò che sta per accadere, rappresenta il filo della speranza nelle vite di questi ragazzi, una forza necessaria per chi è consapevole che la propria esistenza potrebbe interrompersi in qualsiasi momento”.
Jimenez scherza dicendo di aver implorato la Wasikowska di recitare un ruolo così piccolo ma così importante. Le disse “Mia se non lo fai allora non faccio il film! Devi farlo. Non ti sto chiedendo se vuoi farlo, devi farlo.”
Le sue suppliche hanno colpito Mia Wasikowska, che accettò la parte. “E’ fantastica e quello che mi piace è che porta nel film qualcosa di puro” afferma Jimenez.
Il regista per quanto riguarda il cast tecnico, si è avvalso delle sue collaborazioni storiche e con il loro supporto la portata del film si è ampliata. Il regista condivideva le bozze della sceneggiatura con il suo direttore della fotografia (Laurent Tangy) e la sua troupe, il loro supporto ha permesso di trovare nuove idee e di rendere il film quello che è. Jimenez racconta: “Quando abbiamo iniziato, tutti avevano un’idea precisa di quello che avremmo fatto, volevamo prenderci tempo per effettuare i sopralluoghi e stabilire le location ideali dove girare, ci sono voluti quasi quattro mesi solo per questa fase. Siamo andati a Praga e in Germania, facendo base a Budapest, perché Budapest non è cambiata molto dagli anni 40. Quasi otto mesi di lavoro sono stati dedicati alla preparazione del film. Era essenziale che un film storico fosse completamente immersivo per il pubblico, l’obiettivo era quello di far sentire gli spettatori come se vivessero nel 1942. Volevo che guardando il film provassero l’emozione che hanno vissuto queste persone.”
Le prime scene di O’Connell e Reynor girate sono state le scene dell’agguato a Heydrich. Reynor dice: “Siamo stati gettati nella parte “calda” del film e abbiamo impiegato una settimana circa per girare la scena in cui Heydrich arriva con la macchina, io esco con una pistola e Jack lancia la granata. Ricordo di essere stato colpito da quanto tutto fosse autentico, sembrava davvero di essere nel 1942; ovunque guardassi non c’era nessun posto in cui ci fosse traccia del mondo contemporaneo.”
Laurent Tangy in accordo con Jimenez, ha optato prevalentemente per le riprese con camera a mano, che sono state alternate occasionalmente con riprese ampie e panoramiche quando la storia ritornava nel mondo “elitario” di Heydrich.
Jimenez: “Volevo un’atmosfera quasi irreale a volte, perché quello che facevano gli attori sul set era reale e irreale allo stesso tempo.” Clarke elogia Jimenez e Tangy: “Il loro obiettivo era farti apprezzare il momento, fartelo vivere. Le riprese girate a mano ti immergono nella storia” continua “Quando sei sul set e hai la sensazione che tutto sia naturale niente può andare storto, in quel momento eravamo semplicemente noi e facevamo gioco di squadra e nessuno recitava ‘da solo’. È uno dei momenti più belli che possa vivere un attore.” Dall’altro lato le riprese sono simili a quelle di un documentario soprattutto quando descrive e segue le azioni dei combattenti della Resistenza. Jimenez: “Ho scelto un modo realistico di girare perché volevo che sembrasse il più reale possibile, come se stesse accadendo in quel momento cercando comunque di non escludere l’utilizzo della telecamera fissa”.
Jimenez e Tangy hanno scelto il 35mm come tecnica di ripresa, in un mondo sempre più orientato al digitale. “Volevo ottenere una consistenza organica”, spiega Jimenez: “Per un film d’epoca, non mi sembrava giusto girare in digitale”.
Clarke dice: “Il regista ricerca sempre il tono giusto per girare il suo film e Cédric è bravissimo in questo, un grande regista imposta la storia senza che tu te ne accorga, il segreto è quello. Le performance di questo film sono eccellenti da tutti i punti di vista, perché tutti si sono sentiti a proprio agio nel proprio ruolo e questa è davvero una bella sensazione”; Pike descrive l’approccio di Jimenez al film riferendosi ad una scena in cui Lina affronta Reinhard mentre insegna al figlio come suonare il pianoforte: “È un ottimo esempio della comprensione di Cédric del linguaggio cinematografico” spiega: “Voleva che questo pianoforte continuasse a suonare in modo che Lina fosse in qualche modo messa a tacere. Reinhard incoraggia il figlio a continuare a suonare e a non permettere a Lina di interferire con quello che stava facendo, un modo indiretto per metterla in disparte.”
Ed è lì che si veda quanto Cédric sia intelligente come regista, perché trova metafore visive per tutto ciò che sta succedendo”. Aggiunge: “Lavorerei di nuovo con Cédric senza pensarci un minuto. Penso che sia un vero visionario e il modo in cui riesce a far lavorare insieme le persone è molto, molto eccitante Ha una passione profonda per quello che fa”.
L’obiettivo di Jimenez è che la gente comprenda l’importanza degli ideali e il messaggio profondo è quello di non accettare e combattere situazioni intollerabili. Jimenez dice “Si tratta di non accettare la brutalità, le barbarie, la crudeltà. Spero che attraverso questa intensa storia la gente capisca che alcune situazioni non possono e non devono essere ignorate”.
CAST ARTISTICO
JASON CLARKE (Reinhard Heidrich) è celebre per una serie di importanti performance sia in televisione che nel cinema. Tra i suoi lavori: Everest di Baltasar Kormákur, accanto a Josh Brolin e Jake Gyllenhaal; Terminator: Genisys di AlanTaylor con Emilia Clarke e Arnold Schwarzenegger.. Knight of Cups di Terrence Malick, con Christian Bale, CateBlanchett e Natalie Portman; All I see is you- “Chiudi gli occhi” – di Marc Forster, al fianco di Blake Lively; Mudbound, del regista Dee Rees, con Carey Mulligan e Garrett Hedlund; Apes Revolution – “Il pianeta delle scimmie”per la regia di Matt Reeves, insieme a Gary Oldman,
Judy Greer e Keri Russell; The Better Angels di A. J. Ediards con Brit Marling e Diane Kruger; Zero Dark Thirty Thirty vincitore dell’Oscar e pluripremiato diretto da Kathryn Bigelow; The Great Gatsby– “Il grande Gatsby” di Baz Luhmann al fianco di Leonardo DiCaprio, Tobey Maguire e Carey Mulligan; White house down – “Sotto assedio” di Roland Emmerich, con Channing Tatum; Lawless diretto da John Hillcoat al fianco di Tom Hardy, Shia La Beouf, Guy Pierce e Jessica Chastain; Public Enemies – “Nemico pubblico” di Michael Mann con Johnny Depp; Death Notice di Paul W. S. Anderson; Child 44 – “Il bambino numero 44” adattamento cinematografico di Daniel Espinosa del romanzo bestseller Child 44,
Nel mondo del cinema indipendente, Clarke ha recitato in Texas Killing Fields – “Le paludi della morte,” diretto da Ami Canaan Mann The Human Contract diretto da Jada Pinkett Smith accanto a Paz Vega; Trust di David Schwimmer al fianco di Clive Owen e Catherine Keener; Yelling to the Sky,di Victoria Mahoney; Swerve diretto da Craig Lahiff.; Rabbit Proof Fence – “La generazione rubata” di Phillip Noyce, Better Than Sex di Jonathan Teplitzky.
Tra i suoi crediti televisivi Brotherhood – “Legami di sangue” in onda su Showtime e FOX; The Chicago Code della FOX in questa serie Clarke ha interpretato il ruolo del detective della polizia di Chicago; Mercury al fianco di Geoffrey Rush Clarke si è diplomato al Victorian College of Arts di Melbourne e ha molti crediti in ambito teatrale sia come attore che come regista.
ROSAMUND PIKE (Lina Van Osten/Heydrich), Candidata all’Oscar, è considerata una delle attrici più versatili e poliedriche nel panorama contemporaneo e si è guadagnata il consenso internazionale per i suoi ruoli teatrali e cinematografici.
Una delle sue interpretazioni più celebri è quella di Gone Girl – “L’amore bugiardo” di David Fincher a fianco di Ben Affleck. Gone Girl è stato del libro, Gillian Flynn ed ha riscosso un grandissimo successo nell’ ottobre 2014, guadagnando oltre 215 milioni di dollari in tutto il mondo.
Con questo film, Rosamund ha ricevuto una nomination come miglior attrice agli Academy Award, un SAG Award, un Golden Globe al Critics’s Choice Movie Award. È stata anche premiata con il Breakthrough Performance Award’ al 26° Annual Palm Springs Film Festival.
Tra i suoi film A United Kingdom – “L’amore che ha cambiato la storia” di Amma Asante, con David OyelowoIl; Hostiles–Ostili, diretto da Scott Cooper; Hector and the Search for Happiness– “Hector e la ricerca della felicità” di Peter Chelsom con Simon Pegg, Stellen Skarsgard e Toni Collette; Ha anche preso parte alla commedia della What We Did on Our Holiday– “La nostra vacanza in Scozia” per la regia di Guy Jerkin e Andy Hamilton con Billy Connolly e David Tennant; High Wire Act un thriller politico diretto da Brad Anderson al fianco di Jon Hamm; Barney’s Version– “La versione di Barney” di Richard J. Lewis in cui ha recitato accanto a Paul Giamatti; An Education di Lone Scherfig nominato agli Oscar, al fianco di Peter Sarsgaard e Carey Mulligan; A Long Way Down-”Non buttiamoci giù”, di Pascal Chaumeil con Tony Colette e Pierce Brosnan; The World’s End–”La fine del mondo” di Edgar Wright con Simon Pegg; Jack Reacher – “La prova decisiva “ diretto da christofer McQarrie con Tom Cruise; Wrath of the Titans– “La furia dei titani” diretto da Jonathan Liebesman.con Liam Neeson e Ralph Finnes; Made in Dagenham- “We Want Sex” di Nigel Cole con Sally Hawkins, Miranda Richardson e Bob Hoskins. Compare anche in Johnny English – “La Rinascita”;The Big Year–“Un anno da leoni”; The Libertine Pride and Prejudice–”Orgoglio e pregiudizio”; Fracture–“Il caso Thomas Crawford”, Fugitive Pieces, Surrogates– “Un mondo di replicanti”, Burning Palms; Die Another Day–“La morte può attendere”.
La Pike non ha mai abbandonato il suo lavoro in teatro, ha recitato in Gaslight, il thriller vittoriano di Patrick Hamilton messo in scena all’Old Vic Theater di Londra; The Donmar Warehouse prodotto da Madame de Sade messo in scena nel teatro Londinese West End, al fianco di Judi Dench; e The Royal Court Theatre di Hitchcock Blonde, diretto da Terry Johnson.
JACK O’CONNELL’s (Jan Kubiš) ha iniziato la sua carriera aggiudicandosi un premio come attore emergente (Rising Star Award) ai BAFTA 2015 e divenendo in breve tempo uno degli attori più interessanti e versatili del Regno Unito. Tra I suoi lavori; Tulip Fever– “La ragazza dei tulipani” di Justin Chadwick con Dane DeHaan, Alicia Vikander e Holliday Grainger; Money Monster– “L’altra faccia del denaro” diretto da Jodie Foster. Protagonista al fianco di George Clooney e Julia Roberts; Unbroken per la regia di Angelina Jolie; “71” di Yann Demange; Starred Up- “Il ribelle” di David Mackenzie per il quale è stato nominato nel 2013 nella categoria Miglior Attore ai BAFTA Awards; 300: Rise of an Empire– “L’alba di un impero”, prequel dell’epico film 300 prodotto dalla Warner Bros e diretto da Noam Murro; Tower Block insieme ad altri talenti britannici come Sheridan Smith e Russell Tovey; The Liability di Craig Viveiros; Skins Rise per la regia di Jack Clough; This is England di Shane Meadous; Eden Lake di James Watkins con Michael Fassbender e Kelly Reilly; Harry Brown di Daniel Barber con Michael Caine.
Tra I suoi crediti televisivi: la serie televisiva Godless accanto a Frank Griffin prodotta da Netflix. Scritta e diretta da Scott Frank e prodotta con Steven Soderbergh e Casey Silver; The Runaway andata in onda in Inghilterra su Sky One; United serie drammatica prodotta dalla BBC e Wuthering Heights una miniserie di due episodi e Dive(2010) diretto da Dominic Savage. I crediti teatrali di Jack includono Scarborough messo in scena al teatro Royal Court, The Spidermen, The Musicians e Just Jack.
JACK REYNOR (Jozef Gabčík) ha entusiasmato il pubblico con la sua splendida interpretazione in What Richard did di Lenny Abrahamson, presentato con grandissimo successo di critica al Tribeca Film Festival nel 2013.
Tra I suoi lavori: Sing Street diretto da John Carney, al fianco di Aidan Gillen; The Secret Scripture – “Il Segreto” di Jim Sheridan con Rooney Mara, Eric Bana, Theo James e Vanessa Redgrave; Free Fire di Ben Wheatley insieme a Brie Larson, Sharlto Copley e Armie Hammer; Glassland di Gerard Barrett con Toni Colette; Macbeth di Justin Kurzel con Michael Fassbender e Marion Cotiard ; Royal Night di Julian Jarrod con Bel Powley e Sarah Gordon ; ha preso parte al film distribuito da Netflix, Mowgli– “Il Figlio Della Giungla” di Andy Serkis insieme a Christian Bale, Cate Blanchett e Benedict Cumberbatch ; Transformers 4 – “L’era dell estinzione” di Michael Bay: Delivery Man di Ken Scott con Vince Vaughn.
MIA WASIKOWSKA (Anna) ha ottenuto il riconoscimento internazionale come attrice protagonista in Alice in wonderland – “Alice nel Paese delle Meraviglie” film tratto dal romanzo di Lewis Carrol e diretto da Tim Burton. Nel cast compaiono anche Johnny Depp, Anne Hathaway, Michael Sheen e Alan Rickman.
Nel 2015 nuovamente nel cast di Alice through the Looking glass – “Alice attraverso lo specchio” con Anne Hathaway, Johnny Depp e Helena Bonham Carter.
Tra I suoi numerosi film: Crimson Peak diretto da Guillermo del Toro con Tom Hiddleston e Jessica Chastain; Madame Bovary basato sul romanzo di Gustave Flaubert, diretto da Sophie Barthes con Paul Giamatti e Ezra Miller; Tracks – “Attraverso il deserto” di John Curran con Adam Driver e Jessica Tovey; Maps to the Stars dramma satirico diretto da David Cronenberg con Julianne Moore, John Cusack e Robert Pattinson ; Stoker diretto da Chan-wook Park con Nicole Kidman e Matthew Goode ; Lawless diretto da John Hillcoat con Shia Labeouf, Tom Hardy e Jessica Chastain, Guy Pierce, Gary Oldman ; Jane Eyre adattamento cinematografico del romanzo di Charlotte Bronte diretto da Cary Fukunaga con Michael Fassbender; Albert Nobbs diretto da Rodrigo Garcia con Glenn Close e Janet McTeer ; Restless– “L’amore che resta” di Gus van Sant Restless, insieme a Henry Hopper ; The Kids Are All Right– “I ragazzi stanno bene” con Annette Bening, Julianne Moore e Mark Ruffalo. Il film di Lisa Cholodenko oltre al grande successo di critica ha ricevuto anche con una nomination agli Independent Spirit Award e un Golden Globe come miglior film.
Inoltre ha preso parte a: Defiance– “I giorni del coraggio”; Amelia; That Evening Sun; The Double – “Il sosia” e Only Lovers Left Alive– “Solo gli amanti sopravvivono”; Suburban Mayhem; Lens Love Story, Skin (un cortometraggio); September e Rogue.
Tra I suoi crediti televisivi: The Treatment diretto da Rodrigo Garcia e andato in onda su HBO per la cui interpretazione la Wasikowska ha ricevuto un Breakthrough Actress Award. La serie è stata anche nominata per un Golden Globe come migliore serie drammatica.
L’anno scorso, la Wasikowska ha fatto il suo debutto alla regia in The Turning e Afterbirth. Wasikowska vive a Sydney in Australia.
STEPHEN GRAHAM (Himmler) è diventato famoso dopo l’acclamata performance nel film This is England vincitore del BAFTA, diretto da Shane Meadows.Qualche anno dopo è stata girata l’omonima serie in onda su Channel 4, This is England‘86, ‘88 e ‘90, che gli ha anche assicurato una nomination al BAFTA TV.
Altri crediti degni di nota sono: The Street di Jimmy McGovern; la serie televisiva Accused sempre diretta da Jimmy McGovern; Parade’s End regia di Susanna White nel quale ha recitato con Benedict Cumberbatch; Boardwalk Empire–”L’impero del crimine” serie televisiva di Martin Scorsese; The Secret Agent e Taboo.
Tra I suoi crediti cinematografici: Public enemies– “Nemico pubblico” diretto da Michael Mann con Johnny Depp e Christian Bale; The Fields con Sam Worthington; London Boulevard con Keira Knightley e Colin Farrell; Season of the Witch– “L’ultimo dei templari” con Nicolas Cage; Pirati dei caraibi – “Oltre I confini del mare” con Johnny Depp e Penelope Cruz; Tinker; Tailor, Soldier, Spy– “La talpa” ; Hyena; Get Santa– “S.O.S. Natale”; A Patch of Fog Pirati Dei Caraibi 5– “La vendetta di Salazar”.
CAST TECNICO:
CEDRIC JIMENEZ (Regista/Scrittore) è un regista, scrittore e produttore francese noto soprattutto per il suo ultimo lungometraggio, French Connection, con Jean Dujardin e Gilles Lellouche.
Il documentario Who’s the Boss – Boss of Scandalz Strategy segna l’inizio della sua carriera e segue lo scandalo che coinvolse la famosa etichetta musicale hip-hop. Nel 2007 ha anche prodotto e co-sceneggiato Scorpion, dal regista Julien Seri, anche conosciuto come “The French Fight Club” e nello stesso anno ha prodotto il film horror/ fantascientifico Eden Log. Come produttore, ha al suo attivo anche Bangkok Revenge, uscito nel 2011.
Il suo debutto cinematografico come regista è stato con il film Aux yeux de tous, uscito nel 2012, interpretato da Melanie Doutey. L’uomo dal cuore di ferro è il suo terzo lungometraggio come regista, e ha scritto la sceneggiatura con la sua compagna Audrey Diwan e David Farr.
ALAIN GOLDMAN (Produttore), Presidente di LEGENDE, è un produttore francese attivo a livello internazionale.
Nel 1992, Alain Goldman ha fondato LEGENDE per produrre 1492 The Conquest of Paradise – “La storia di Cristoforo Colombo” diretto da Ridley Scott e interpretato da Gerard Depardieu, che è stata la più grande produzione europea con un budget di oltre 50 milioni di dollari. Questo film è celebre per essere stata la più importante produzione indipendente europea.
Da oltre 20 anni, LEGENDE è riconosciuta come una società che produce film di successo e pluripremiati sia in Francia che all’estero. La società ha co-prodotto film come Casinò diretto da Martin Scorsese con Robert De Niro, Sharon Stone e Joe Pesci, Vatel con Jerard Depardieu e Uma Thurman diretto da Roland Joffé che ha aperto il Festival di Cannes nel 2000 e Babylon AD con Vin Diesel, Melanie Thierry e Jerard Depardieu diretto da Mathieu Kassovitz con 20th Century Fox.
Da allora, LEGENDE è diventata una delle più significative società di produzione in Francia con una filmografia molto varia e diversificata. Ha prodotto thriller come The Crimson Rivers – “I fiumi di porpora” 1 e 2; commedie come The Corsican File – “Il bandito corso”, 99 Francs, Coco, Fatal, o Case Départ (Back To Square One), French Connection; e soprattutto film storici internazionali, come La Vie En Rose premiato con 2 César, 5 BAFTA, 2 Oscar e 1 Golden Globe, e The Round Up (La Rafle) uno dei film più importanti sull’olocausto francese, al terzo posto al box office francese con più di 3 milioni. Alain Goldman ha scelto di lavorare con giovani talenti, in Francia in Europa e in tutto il mondo e ha sempre preferito produrre i suoi film prestando un’attenzione particolare alle qualità artistiche del prodotto.
DANIEL CROWN (Producer) fonda nel 2010 con Daniela Taplin Lundberg, RED CROWN Productions, una società di sviluppo e produzione con sede a New York che produce importanti film indipendenti. RED CROWN si sforza di creare materiale artistico di qualità, seguendo le scelte e le capacità di registi che rivolgano il loro sguardo a temi di interesse sociale. Dopo 15 anni di attività nel teatro Crown ha venduto il suo circuito teatrale nel 2007 e ha iniziato a investire e produrre film indipendenti.
Molto attento al sociale, attualmente Daniel fa parte di: Board of Lincoln Center, Lenox Hill Hospital, Connecticut Public Broadcasting, The Jerusalem Foundation, The Crohn’s and Colitis Foundation, The Lollipop Theater Network, Mount Sinai Children’s Center Foundation, Hamptons International Film Festival e Vanderbilt University Board of Trustees.
AUDREY DIWAN (Scrittrice) ha iniziato la sua carriera di scrittrice come romanziera. Dopo aver studiato giornalismo e scienze politiche, ha pubblicato due libri molto apprezzati dalla critica, The Fabrication of a Lie – “I volti della vergogna” e The Other Side of Summer (De l’autre côté de l’été editi da Flammarion publishing. Ha poi lavorato in televisione, collaborando in particolare alla serie Mafiosa di Eric Rochant.
Successivamente ha iniziato la sua carriera di sceneggiatrice, collaborando con il suo partner Cédric Jimenez.Tra i suoi film: In Everyone’s Sight; French Connection e L’uomo dal cuore di ferr. Ha anche creato la versione francese della pubblicazione Stylist e ha pubblicato How to be Parisian, tradotto in 32 lingue.
DAVID FARR (Scrittore) è un drammaturgo, sceneggiatore e regista, le cui opere sono state pubblicate in tutto il mondo. Ha lavorato al lungo per la BBC Spooks e ha completato il suo primo lungometraggio, Hanna, per Focus Features nel 2009. Il suo film di debutto alla regia The Ones Below, è stato presentato in anteprima al Toronto International Film Festival nel 2015.
L’adattamento di David del romanzo di John le Carré The Night Manager, che ha dato luogo alla miniserie prodotta da The Ink Factory, con Hugh Laurie e Tom Hiddleston e diretto da Susanne Bier, è andata in onda su BBC1 Autunno 2015 ed è stata nominata per 12 Emmy tra cui Miglior Scrittura. La sua nuova serie Troy:Fall of a City adattamento dal libro di Misha Glenny sulla criminalità organizzata, è stata commissionata dalla BBC1 ed è attualmente in fase di sceneggiatura per McMafia, prodotto dalla Cuba Pictures.