Bohemian Rhapsody non è soltanto una delle canzoni più amate della storia della musica: è un manifesto di libertà creativa, un esperimento sonoro che ha sfidato ogni regola del pop e del rock. In questo articolo ripercorriamo la nascita, i misteri e l’impatto di un brano che ha cambiato per sempre il modo di intendere la musica.
1. Un brano fuori dagli schemi
Quando nel 1975 i Queen pubblicarono Bohemian Rhapsody, nessuno si aspettava un brano lungo sei minuti, senza un ritornello e con una struttura che mescolava ballata, opera e rock. Fu un rischio enorme, tanto che l’etichetta discografica era scettica. Ma Freddie Mercury aveva una visione chiara: creare qualcosa di unico, che sfidasse ogni convenzione.
2. La genesi del capolavoro
Freddie iniziò a scrivere la canzone alla fine degli anni ’60, lavorando su un’idea chiamata inizialmente “The Cowboy Song”. I primi appunti furono redatti al pianoforte nell’appartamento di Mercury a Kensington. Il brano venne perfezionato negli studi Rockfield in Galles, in tre settimane di registrazioni intense. Fu Brian May a definirla “una delle cose più ambiziose mai tentate in studio”.
3. Una struttura mai vista prima
Bohemian Rhapsody si compone di sei sezioni distinte: introduzione a cappella, ballata, assolo di chitarra, sezione operistica, sezione hard rock e coda riflessiva. Nessun ritornello, nessuna struttura tradizionale: solo una progressione continua che sorprende l’ascoltatore.
4. Il significato nascosto
Freddie Mercury non ha mai voluto spiegare il vero significato della canzone, dichiarando: “È solo una delle mie composizioni. È frutto dell’immaginazione”. Questo ha alimentato per anni le teorie: alcuni la vedono come una confessione spirituale, altri come una metafora dell’identità e della colpa.
Secondo il biografo Lesley-Ann Jones, il testo potrebbe riflettere l’accettazione dell’omosessualità da parte di Freddie, trasformata in una narrazione allegorica. Tuttavia, la bellezza del brano sta proprio nella sua ambiguità.
5. La sezione operistica: un esperimento geniale
La parte centrale della canzone – il celebre “Galileo Figaro Magnifico!” – è diventata iconica. I Queen sovraincisero le voci più di 180 volte, creando un effetto corale senza precedenti. L’ispirazione veniva dall’opera lirica, dai cori wagneriani e dalla sperimentazione di gruppi prog come i Genesis.
I nomi nel testo – Scaramouche, Beelzebub – aggiungono un tono teatrale e criptico, perfettamente in linea con lo stile esuberante di Mercury.
6. Il videoclip: un’innovazione pionieristica
Bohemian Rhapsody fu anche il primo brano promozionato con un vero videoclip, trasmesso a Top of the Pops. Realizzato in poche ore e con un budget minimo, divenne il prototipo dei videoclip moderni, anticipando MTV di anni.
La scelta non fu solo estetica: Mercury era malato e non poteva esibirsi dal vivo. Il video divenne così un mezzo per portare la canzone in TV senza performance fisiche.
7. Un successo mondiale
All’uscita, Bohemian Rhapsody rimase al primo posto delle classifiche UK per 9 settimane. Tornò in vetta nel 1991 dopo la morte di Freddie Mercury, e di nuovo nel 2018 grazie al film Bohemian Rhapsody. È l’unico brano ad aver raggiunto il numero uno in tre decenni diversi.
Nel 2002 fu votata la canzone britannica preferita di tutti i tempi da Guinness World Records. Ha venduto milioni di copie e ha superato il miliardo di ascolti su Spotify.
8. L’influenza su generazioni di artisti
Bohemian Rhapsody ha influenzato decine di artisti, dai Muse ai Panic! at the Disco, da Lady Gaga a Elton John. La sua struttura libera ha ispirato generazioni a osare. E anche la cultura pop non è rimasta indifferente: basti pensare alla scena cult in auto di Wayne’s World.
Il brano ha dimostrato che una canzone può essere lunga, complessa, teatrale e comunque amatissima dal grande pubblico.
9. Bohemian Rhapsody oggi
A distanza di quasi cinquant’anni, Bohemian Rhapsody è più viva che mai. Viene suonata in eventi sportivi, film, spot pubblicitari. È entrata nei programmi scolastici, nei documentari, nei quiz. È diventata un patrimonio della musica mondiale.
L’album A Night at the Opera, che la contiene, è considerato uno dei dischi più importanti della storia del rock.
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