Un disco di bel pop italiano ma anche molto molto americano come nella seconda traccia “L’ultimo giorno” in cui si potrebbe benissimo immaginare di star seduti ad ascoltare un disco dei Foo Fighters o dei Nickelback.
E come dice lo stesso Rinaldi: “alla vita a volte devi toglier la sicura”…così delle volte si deve fermare l’ascolto, depurarlo dalle etichette – che in questo disco sarebbero addirittura automatiche – e cercare di rintracciare il senso primo di tutta l’opera.
E in questo disco di chitarre elettriche, distorsioni pop, melodie e ritornelli accattivanti, con quel bel corpo massiccio che sostiene le fondamenta di tutto, Manuel Rinaldi ci parla di società e di omologazione, la stessa che condanna, la stessa da cui scappa, la stessa in cui non si riconosce e reagisce.
Basta. Un grido a dire Basta a tutto questo.
Emblematico e cattivo quanto serve il brano “Il mio Avatar”.
Ormai siamo questo… lo saremo forse ancora per molto?
Punteggio: 7