Intervista ad Alessia Ramusino, un viaggio dentro la sua “Yallah” che difende le donne vittime di femminicidio

Alessia Ramusino con il nuovo singolo “Yallah” colpisce il cuore di tutte le donne con un pezzo crudo ma allo stesso tempo delicato, quasi velato, con una maturità artistica notevole.

Alessia RamusinoAlessia Ramusino

Ciao Alessia benvenuta su FullSong, parlaci un pò di te

“Grazie a FullSong del benvenuto. Parlare di me … un po’… quanto? Comincio da una bimba i cui genitori non sapevano dove farla nascere perché viaggiavano per lavoro e alla fine decisero di farle vedere la luce a Genova. Mio padre era geologo e con la famiglia lo seguivamo nelle varie trasferte. Per quel che mi riguarda già nel pancione della mamma ho cominciato a viaggiare. A soli 20 giorni dalla nascita ero su un treno pronta per la prima avventura.
Sono cresciuta in Iran, terra ricchissima di storia, di tradizioni di una cultura affascinante. La considero la mia terra di adozione. Viaggiare mi ha dato tanto sia in termini di apertura mentale nel rispettare costumi, usanze e credi di altre popolazioni, sia artisticamente: le sonorità dei paesi medio-orientali sono diverse da quelle occidentali ed io quindi esposta ad entrambe le tipologie di musica ne ho creata una personale che le potesse abbracciare armonicamente.
L’imprinting è fondamentale nella vita di una persona, il viaggio ha fatto parte della mia fin da subito e questo, nel tempo, mi ha portato a vivere in diversi paesi, ad imparare lingue straniere, ad ascoltare musica di diversi generi.
Ho visitato e conosciuto diversi paesi: Grecia, Turchia, Egitto, Francia, Spagna, Inghilterra, Tunisia, Marocco, Stati Uniti”.

Come sta andando il nuovo singolo “Yallah”, ispirato alla piaga del femminicidio?

“Sono soddisfatta di come sta andando il brano in Italia, considerato il testo in inglese che, pur essendo una lingua familiare, non è compresa da tutti.
Con il mio produttore Giorgio Tani, recentemente scomparso, avevamo deciso di lasciarla in inglese perché si tratta di un fenomeno trasversale sia a livello geografico, che geopolitico e demografico, sia di classi sociali che di decadi generazionali. Abbiamo scelto la lingua universale, l’inglese a parte Yallah, che è un sostantivo arabo, che significa “Andiamo”, è un’incitazione. L’idea è quella di smuovere gli animi, spronare i governanti a prendere seri provvedimenti contro questa piaga che affligge la nostra società. Ho scelto una parola in arabo sempre perché dentro di me convivono queste due anime medio-orientale e occidentale che vivo con l’intento di farle parlare edi dar loro un’unica voce, difficile farlo politicamente almeno tento di farlo musicalmente. Infine per una ragione del tutto artistica “Yallah” si adatta perfettamente alla metrica della canzone.
Anche in Russia il brano sta avendo un bel risultato, sono trasmessa dai grandi network, Autoradio e Radio Romantika e mi hanno chiesto di presenziare ad uno dei loro festival di musica internazionale”.

Come mai questa scelta?
“In effetti in molti me lo hanno chiesto. Le mie composizioni nascono sempre da una fonte di ispirazione, spesso da stati d’animo, dalla natura, eventi particolari, non manca naturalmente l’amore in tutte le sue sfumature. Nel caso di Yallah il tema mi fu portato nel 2011 quando fui colpita dall’omicidio di Melania Rea. Difficile spiegare le sensazioni e le emozioni che ho provato, erano confuse di rabbia, di amarezza, di vendetta, di angoscia, di sgomento…
Il caso si protrasse parecchio, i media davano costantemente aggiornamenti e risvolti ed io seguii il caso, come molti italiani, fino alla triste verità: il marito Salvatore Parolisi aveva ucciso la propria compagna di vita nonché madre del suo bambino. Ecco perché parlo di angoscia e sgomento, come può l’uomo che ti dorme accanto, l’uomo nel cui animo ti abbandoni senza paure, in cui sprofondi, la persona di cui ti fidi di più, di fronte a cui sei totalmente inerme in virtù dell’amore che nutri, come può toglierti la vita?!
Dal 2011 ad oggi questa canzone è rimasta in un cassetto proprio perché ritenevo il tema estremamente delicato e difficile da trattare e da far emergere senza incorrere in feroci critiche e polemiche. Fu ancora una volta Giorgio Tani che appena la ascoltò mi disse: ma sei matta?! Questa è una canzone bellissima, molto forte e tu sei sufficientemente adulta per prenderti la responsabilità di parlare di questo tema”.

Perché tra tante storie sul femminicidio, ti ha colpito proprio il caso di Melania Rea?
“La prima risposta che dò di getto, perché spontanea e veritiera, è che mi colpì la bellezza di Melania. Le fotografie ritraevano una bellissima giovane donna con un sguardo pieno di vita e un sorriso traboccante di energia.
Non nego anche che stavo vivendo una fase difficile della mia vita, vivevo una relazione di violenza verbale e psicologica che, anche se non è commisurabile alla perdita della vita, ha degli aspetti ugualmente inquietanti, nella misura in cui rinunci a te stessa per paura di quello che può succedere. Quindi perdi comunque una vita, la tua”.

Cosa rappresenta questo singolo nel tuo percorso artistico?
“Yallah è per me un brano molto importante, è un sunto della mia esistenza artistica. Risuonano le corde della mia terra d’adozione pur confermando allo stesso tempo il mio percorso verso il genere pop internazionale. Rappresenta anche l’impegno di un’artista nell’affrontare una piaga sociale col proprio animo, mettendosi in discussione ed esponendosi in prima persona.
Yallah è anche l’ultimo brano prodotto e voluto dal mio produttore quindi lo considero il suo ultimo desiderio”.

Progetti live per l’estate?
“Al momento sto varando diverse situazioni, con Giorgio Tani ho perso un produttore ed anche un manager difficile da sostituire in breve tempo.
Tuttavia mi si stanno aprendo varie prospettive e non appena confermate ne darò subito risalto sia sul mio sito internet www.alessiaramusino.com, sia sui social dove sono molto attiva, Facebook, Instagram, Twitter, G+ e Pinterest e dove potete trovare puntualmente tutti gli aggiornamenti”.

Con quale artista ti piacerebbe collaborare in futuro?
“Ci sono diversi artisti che stimo e con i quali mi piacerebbe collaborare ma ce ne è uno in particolare per cui ho composto due romanze che ho lì nel cassetto per lui: Andrea Bocelli”.

Un sogno nel cassetto…
“Ne ho ancora tanti sogni nel cassetto, uno su tutti: un mio concerto alla Royal Albert Hall”.


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