Spandau Ballet, recensione del singolo Once More

Dopo quasi vent’anni di silenzio torna sulla scena la band degli Spandau Ballet con un singolo dal titolo Once More che farà da apripista all’intero album dal titolo omonimo previsto per il 23 di ottobre.

La storia degli Spandau Ballet iniziò nel lontano 1976 e la scelta del nome si riferisce ad un quartiere famoso di Berlino; dal 1980 in poi la carriera degli Spandau Ballet fu un’ascesa netta di

Dopo quasi vent'anni di silenzio torna sulla scena la band degli Spandau Ballet con un singolo dal titolo Once More che farà da apripista all'intero album dal titolo omonimo previsto per il 23 di ottobre.

La storia degli Spandau Ballet iniziò nel lontano 1976 e la scelta del nome si riferisce ad un quartiere famoso di Berlino; dal 1980 in poi la carriera degli Spandau Ballet fu un’ascesa netta di fama e di riconoscimenti nel mondo.
Gli Spandau sono stati senza dubbio una delle band più influenti e rivoluzionarie degli anni’80, il quintetto britannico ha infatti venduto oltre 20 milioni di dischi in tutto il mondo e adesso torna sulle scene con un nuovo album. Il disco che sta per uscire è una raccolta dei loro più grandi successi completamente riarrangiati e reinterpretati e contiene inoltre due inediti tra cui la title track Once More. Ma ascoltiamo il singolo.
Play.
Once More è un pezzo dove l’asse di rotazione è l’intimismo estremo, che è il risultato dell’unione di grande sensibilità sia vocale che strumentale. Sebbene infatti il cantato ricopra un ruolo di primissimo piano, il carattere antitetico degli arrangiamenti, decisamente lineari ma non banali, d’atmosfera ma non stucchevoli, lo rendono un piccolo diamante da ascoltare tutto d’un fiato.
Once More più che un titolo è una dichiarazione d’intenti, quasi tutto il brano tiene il ritmo sostenuto, quasi ballabile: il ritmo viene dato dalla chitarra e da una batteria discreta, soft, soprattutto per l’uso frequente, delle spazzole.
Gli Spandau in questo singolo tessono armonie che danno calore ai suoni sintetici New Romantic che da sempre appartengono loro, rendendo il tutto quasi un mondo dall’equilibrio perfetto.
La chitarra acustica che si contrappone a quella elettrica è incantevole in tutto il brano, i violini magistrali, gli arpeggi di piano in sottofondo sono più che utili nel creare un’atmosfera molto new wave e ballad all’unisono, segnando un ritorno agli anni d’oro nel sound del gruppo.
Aspetteremo con ansia di recensire l’intero lavoro: d’altronde gli Spandau Ballet sono come il vino, che più invecchia più buono diventa!
Bentornati Tony Hadley, Gary Kemp, Martin Kemp, Steve Norman e John Keeble.

Punteggio: 8

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