Giusy Ferreri si racconta a FullSong

Come preannunciato Giusy Ferreri, grazie a Dada, ha dedicato un pomeriggio ai suoi fan. Prima della live chat, anche FullSong ha partecipato all’evento ponendo qualche domanda a Giusy che, con la solita semplicità di sempre, ha risposto a cuore aperto alle domande della nostra Maria Stefania Bochicchio.

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Nell’interpretazione del video di Stai fermo lì, quanto c’è della Giusy lontana dai riflettori? Sei sempre così impetuosa?

Eh sì. Sempre-sempre no, però…
Sì, i miei genitori mi conoscono bene, anche il mio fidanzato. Sono anche capace di fare di peggio. Però c’é anche il secondo lato, l’altra versione, in cui quando sono felice ho un entusiasmo pazzesco, per cui passo da due estremi: o una vivacità pazzesca, oppure alle volte si perdono i colpi, soprattutto con le persone che ti stanno più vicino; è forse l’unica occasione per riuscire a sfogarsi di più.
I miei genitori, ripeto, mi conoscono, così come il mio fidanzato, che vanta una bella pazienza, è un santo!

Qualche giorno fa su FullSong abbiamo scritto della tua nuova avventura in studio di registrazione che ti porterà a presentarti al pubblico spagnolo e sudamericano. Cavalcherai quest’onda continuando a far conoscere “Gaetana” o stai già lavorando al nuovo album di inediti?

Allora… Sì, al momento sono superconcentrata a far conoscere l’album “Gaetana” e sono entusiasta di quest’occasione grandissima di cantare in spagnolo, sia per gli spagnoli perché adoro la Spagna, sia per l’America Latina.
È questa un’occasione veramente grande, una di quelle occasioni di cui parlavo prima, nel senso che si sono mangiate delle tappe e sono arrivate subito quelle importanti.
Riguardo l’album nuovo, invece, purtroppo da quando sono entrata a X Factor non riesco più a trovare l’approccio giusto per scrivere, però spero poi in futuro: appena finirà la tournèe vorrei fermarmi un pò per scrivere, ma al contempo pensavo dentro di me – poi sicuramente dovrò confrontarmi anche con il mio team di lavoro, la casa discografica e via dicendo – io spererei di poter poi usufruire di tantissime canzoni che ho ancora nel cassetto che sono anche abbastanza datate e sono anche più aggressive e incisive.
Mi piacerebbe, insomma, far conoscere anche questo lato mio e poi, secondo me, la scrittura nuova, nel momento in cui poi avrò sicuramente dei momenti di pausa, molto probabilmente questa grande esperienza mi avrà dato certamente anche delle positività dentro di me.
Se quindi prima la mia vita era fatta di tante illusioni, allora anche la scrittura era un pò quella della pessimista, una scrittura introspettiva, di una persona per cui non va bene mai niente.
Probabilmente invece quest’esperienza mi ha arricchito tanto e sto immagazzinando: è tutto dentro tutte queste sensazioni belle e positive… me le vogliono tenere poi di scorta per un altro lavoro ancora, però prima voglio pubblicare quello che non mi hanno dato la possibilità di proporre nel passato.

Tournèe in club: è una decisione tua o una scelta di marketing, visto che hai tanti fan e i club più di un certo numero di persone non possono ospitare?

Allora… Diciamo che più o meno a settembre abbiamo iniziato a valutare diverse proposte di tournèe ed erano tutte troppo ambiziose e mi sono un pò spaventata, nel senso che ho detto “sì, va tutto bene, però esagerare così e andare subito nei palazzetti…”
Ho avuto subito un pensiero che era questo: “ok, tutto è andato alla grande, è vero, gli album hanno realizzato tante vendite” (ancora doveva uscire Gaetana).
Però poi, quando sono arrivati subito anche i risultati, c’erano ancora diverse proposte. Diciamo che abbiamo poi alla fine concretizzato il tutto più o meno un mesetto fa e non me la sono sentita ugualmente di partire subito con i palazzetti, perché ho pensato che anche se abbiamo venduto tante copie, non sappiamo ancora bene che tipo di pubblico è.
È comunque un pubblico molto vasto e vario e non è detto che il pubblico che acquista l’album è anche lo stesso che ha voglia di venire nei live, per cui, anche come tipologia di situazioni, palazzetti o teatri, era difficile gestirla.
Allora ho pensato che un esordio prima nei club (cosa che abbiamo valutato anche assieme a Fabrizio Giannini) è la cosa migliore, perché risulta un percorso più graduale e i palazzetti poi ci saranno a ottobre-novembre.

Di quale canzone italiana o straniera, magari del passato, ti piacerebbe realizzare una cover per farla scoprire al grande pubblico, soprattutto ai più giovani?

Anni fa, quando lavoravo al mio repertorio e con un altro produttore, mi era piaciuto lavorare su una canzone di Nick Drake, che non era conosciuto purtroppo.
Questa canzone era “I was made to love magic”.
Mi piace sempre comunque lavorare su delle canzoni che per me – e non solo per me – hanno un grandissimo valore però magari non sono arrivate a tantissime persone.
Ce ne sono tante che farei.
Potrebbe essere anche “Yesterdays” – che non è “Yesterday” dei Beatles – ma è “Yesterdays”, scritta da Jerome Kern. L’aveva interpretata Billie Holiday ed è un blues stupendo.
Poi mi piacerebbe fare qualcosa anche di più bizzarro: tardi ho conosciuto il mondo della musica Dark Noise.
Mi sono sempre piaciute canzoni come “She lost control” dei Joy Division. Sono comunque tutti dei pezzi particolari.
A sorpresa molto probabilmente invece in tournèe ci sarà anche una cover di Siouxsi, “Happy house” e non solo. Infatti ci sarà “What’s up” perché ho sempre adorato Linda Perry e una canzone di Janis Joplin.
Però ho optato per “What’s up” e il repertorio di Janis Joplin più perché veramente hanno fatto parte del mio percorso, mi hanno influenzato tanto.
Linda Perry e Janis Joplin sono state davvero le prime due artiste che ho ascoltato durante la mia adolescenza. Da lì in poi c’è stato tutto un susseguirsi di altri artisti. Invece Siouxsi è proprio perché mi piace quel mondo musicale che è completamente lontano alla fine dal mio stile, da quello che propongo solitamente, però io adoro quel mondo così cupo e particolare. Quest’ultimo è già un tipo di cover che faccio appunto per “stupire” e anche per divertirmi.

Qual è la domanda a cui ti sei stufata di rispondere durante le interviste, quella che forse ti fanno troppo spesso?

Non so…

Chi vincerà X Factor? (domanda fatta in tono ironico, ndr)

Beh, no…
Però, sì, le domande che riguardano X Factor, del tipo: “Non hai vinto però come ti senti anche se non hai vinto?” Ecco, domande del genere.

Come ti senti ad essere definita la vincitrice morale di X factor? (sempre in tono ironico, ndr)

Beh, è bello! Alla fine la vincita morale forse è più bella della vincita reale, anzi, è così e basta.

Il tuo sogno nel cassetto era e suppongo sia ancora oggi vivere di e per la musica. È vero? Quali sono i tuoi prossimi sogni nel cassetto?

Sì, diciamo che sono dei sogni ambiziosi. Diciamo che il sogno più grande l’ho già realizzato. Gli altri sogni sono una continuità di questo sogno: mi piacerebbe migliorare sempre artisticamente il mio percorso.
Sono ambiziosa. Non so quanto poi alla fine tante cose siano realizzabili: mi piacerebbe proprio lavorare in maniera diretta con Linda Perry, per cui stiamo già spingendoci veramente verso cose fin troppo ambiziose.
Anche se non avviene sono contenta ugualmente, però quello rimane ancora un desiderio.
E poi c’è anche il cinema, anche se non sono un’attrice, anche se non ho davvero l’esperienza, non so se sono portata davvero, mi piacerebbe provare l’esperienza, ma è sempre un di più, una cosa così.

Il duetto musicale dei tuoi sogni?

Beh, sempre Linda Perry. Poi mi piacerebbe collaborare con diversi artisti, sono tanti: Max Gazzè, Franco Battiato, Carmen Consoli, anche il mondo più di nicchia rappresentato da Vinicio Capossela, piuttosto che dai Marlene Kuntz e dagli After Hours.

E se dovessi duettare con un artista del passato?

Ieri ho conosciuto i Crisma e mi piacerebbe duettare con i Crisma. Loro sono dei grandi!

Grazie, Giusy!


Si ringrazia Chiara Rivella e lo staff di Dada

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