Intervista ai Guignol per FullSong dopo l'uscita di “Addio Cane!”

Addio cane!” è il quarto lavoro discografico dei Guignol: la band torna sul mercato con un disco intrigante, che spiazza grazie ad una riuscita miscela di rock e blues. Undici tracce decisamente poco immediate ma ricche di fascino. Ecco la nostra intervista.

“Partiamo dal titolo del disco: perché proprio “Addio cane!”?”“Perchè ci suonava bene, perchè richiama un sogno che ho fatto circa un cane parlante, perchè probabilmente si chiude un ciclo per i Guignol, perchè si presta

“Partiamo dal titolo del disco: perché proprio “Addio cane!”?”
“Perchè ci suonava bene, perchè richiama un sogno che ho fatto circa un cane parlante, perchè probabilmente si chiude un ciclo per i Guignol, perchè si presta a essere pronunciato come altro e poi…  perchè no?”

“È innegabile che queste undici canzoni siano poco immediate, ma è altrettanto vero che, come ho detto nella mia recensione di Addio Cane!, creano ascolto dopo ascolto una sorta di “dipendenza”: in cosa sta la forza dei vostri brani secondo voi ed è una scelta ben precisa questa vostra poca ricerca di immediatezza?”

“Innanzitutto quella che definisci come mancanza di immediatezza non è affatto qualcosa di cercato, ti sembrerà  strano ma è stato il disco più veloce e immediato che abbiamo mai prodotto fra i nostri, personalmente il più urgente, scritto che ancora era in corso il tour dell’album precedente. Le canzoni c’erano, giravano e ci siamo buttati a registrarlo, in due mesi di lavoro il tutto era pronto. Forse è semplicemente il mio modo di scrivere, io lo trovo molto diretto, a volte allusivo, a volte crudo e sarcastico e in altre surreale o onirico addirittura. Tra l’altro in questo disco ricorre  spesso la prima persona,  cosa che in precedenza accadeva molto meno. Abbiamo curato molto che le parole “suonassero” assieme al resto, avvolgessero l’ascolto, se risulta poco immediato di primo acchito,  ma alla lunga sinuoso e coinvolgente, ne siamo davvero molto lieti. Non sappiamo fare dischi pop, probabilmente quello che dici è dovuto a questo, d’altra parte io credo che questo sia il disco più “pop” e fruibile tra i nostri.”

“C’è una forte impronta blues che ha contaminato il vostro rock nell’album…”
“Il blues ce lo portiamo dietro come attitudine, come suonatori di blues pero’ siamo degli assoluti impostori… c’è piu’ che altro quel nostro tipico mix, un ibrido tra punk e blues, canzone d’autore un po’ sbilenca, non saprei ben dire cosa prevale e cosa no a livello stilistico. Ci sono dei richiami credo a certe cose anni ’80, ci sono delle tastiere e dei sinth piuttosto psichedelici, come anche diverse chitarre… 
Le collaborazioni di Francesco Campanozzi e Paolo Perego hanno dato un’impronta nuova ai nostri suoni, in chiave meno blues che non nei dischi precedenti credo.”

”Girotondo” e In omaggio il tuo dio” sono, a mio giudizio, le canzoni più riuscite: come sono nate?
“Girotondo è una canzone sulla perdita dell’innocenza, sulla fine dell’adolescenza e la traumatica scoperta di quanto questo paese sia ostile e repressivo verso ogni possibile spinta al cambiamento, tanto più se da parte dei giovani. “In omaggio il tuo dio” è un brano più personale, sull’io bambino, irriducibile, quello che alla fine ti tiene vivo anche se solo con illusioni e irrinunciabili vizi. Sono brani nati molto semplicemente, chitarra e voce, il resto e gli arrangiamenti sono venuti in seguito, “Girotondo” nasce dal riff punk veloce, conclusivo del brano, dall’alternanza forte-piano, “In Omaggio il tuo dio” è una specie di confessione intima su tre accordi.”

“Il comunicato stampa presenta il disco con questa frase che mi ha molto incuriosito: “ …. Un viaggio-esplorazione nel “mezzo del cammin di nostra vita” anagrafica e artistica, tra gli effetti del pm10 e vaghe visioni oniriche, dalle periferie urbane come dai molti, possibili, luoghi della mente”. Vi ci rivedete?”
“Si, direi di si. E’ un viaggio nel caos sempre vivo e vitale delle nostre esistenze,  nel mezzo del nostro percorso di vita anagrafica, essendo tutti 40enni, o giù di li e artistica anche, dopo 12 anni insieme e vari cambi nella formazione. La mia tosse cronica da smog, le periferie fisiche e mentali, l’Hinterland milanese da cui proveniamo un po’ tutti noi Guignol, quello dove ancora vive la maggior parte di noi”

“Per concludere: come voi invece definireste voi “Addio cane!”
“Credo sia la migliore sintesi musicale, espressiva e testuale insieme mai raggiunta, il disco più divertente e il più completo dei Guignol. Il migliore pero’ deve ancora venire”.

Intervista a cura di Piero Vittoria.

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Informazioni su Anna Bruno 363 Articoli
Anna Bruno è giornalista professionista, muove i suoi primi passi come cronista a “La Gazzetta del Mezzogiorno”. Successivamente collabora con gli specializzati in viaggi (travel e food), tra i quali “Viaggi e Sapori” e “Gente Viaggi” e i maggiori magazine di tecnologie. Nel 1998 fonda l’agenzia di comunicazione e Digital PR “FullPress Agency” che edita, dal 2001, FullTravel.it, magazine di viaggi online e VerdeGusto, magazine di food & wine, dei quali è direttore responsabile. Appassionata di fuori rotta, spesso si perde in nuovi sentieri, tutti da esplorare. È autrice di “Chat” (Jackson Libri, Milano, 2001), “Viaggiare con Internet” (Jackson Libri, Milano, 2001), “Comunità Virtuali” (Jackson Libri, Milano, 2002), “Digital Travel” (Dario Flaccovio Editore, Palermo, 2020),  “Digital Food”  (Dario Flaccovio Editore, Palermo, 2020) e dell’e-book “Come scrivere comunicati efficaci”. È delegata dei giornalisti di viaggio delle Marche-Umbria-SUD del GIST (Gruppo Italiano Stampa Turistica). Digital Travel & Food Specialist, relatrice in eventi del settore turistico e food e docente in corsi di formazione.